Sono quasi 4 milioni e mezzo gli italiani colpiti finora dall’influenza australiana 2022: dall’inizio della sorveglianza i contagiati sono stati 4.462.000, riferisce l’ultimo bollettino dei medici sentinella della rete Influnet, diffuso dall’Istituto superiore di sanità. Nell’ultima settimana gli infettati da sindromi simil-influenzali sono stati circa 917mila, in lieve calo rispetto ai 943mila della settimana precedente.
“Si arresta la crescita” del numero di casi di sindromi simil-influenzali in Italia. Nella 49esima settimana del 2022, l’incidenza è infatti pari a 15,5 casi per mille assistiti (erano 16,0 nella settimana precedente) e si attesta nella “fascia di intensità alta” secondo quanto emerge dal rapporto Influnet relativo alla settimana dal 5 all’11 dicembre nella quale – spiega l’Iss – la curva epidemica dell’influenza ha smesso di salire. “Finora il suo andamento è anticipato – si legge – con un valore di incidenza nel picco superiore a tutte le precedenti stagioni”.
REGIONI COLPITE – In 6 regioni/province autonome italiane l’incidenza dell’influenza australiana ha superato la soglia di “massima intensità”: sono Piemonte, Pa di Bolzano, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo. Calabria e Sardegna, si ricorda nel report relativo alla 49esima settimana del 2022, non hanno attivato la sorveglianza.
INCIDENZA – L’influenza 2022-2023 continua a correre a livelli molto alti fra i bambini. Nella fascia d’età 0-4 anni l’incidenza delle sindromi simil-influenzali “è pari a 50,62 casi per mille assistiti”, un dato nettamente superiore rispetto alla media nazionale della popolazione generale, che si attesta a quota 15,54 casi per mille, e più alto dell’incidenza registrata in tutte le altre fasce d’età.
L’incidenza più bassa si rileva nella fascia d’età più avanzata, tra le persone di età pari o superiore a 65 anni: 6,49 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 5-14 anni si registrano invece 27,56 casi per mille assistiti, e nella fascia 15-64 anni 12,81/mille. Quando all’andamento, l’incidenza risulta essere “stabile in tutte le fasce d’età”, rileva l’Iss. Come confermano i dati “risultano tuttavia maggiormente colpite le fasce di età pediatriche e in particolare i bambini al di sotto dei 5 anni”.
La crescita del numero di sindromi simil-influenzali, in queste prime settimane di sorveglianza – ricorda l’Iss – è sostenuta oltre che dai virus influenzali anche da altri virus respiratori.