“Il picco dell’influenza è stato superato” nell’ultima settimana del 2023, “ma la stagione influenzale è tutt’altro che finita. I virus ci terranno compagnia almeno fino alla metà di febbraio”. E se finora le sindromi simil-influenzali hanno colpito oltre 6,7 milioni di italiani, di cui oltre 1 milione dall’1 al 7 gennaio 2024, prima di ‘archiviare’ quella definita da più parti “la peggiore influenza degli ultimi 15 anni” dovremo aspettarci “più o meno altrettanti contagi di quelli registrati finora”. A conti fatti, quindi, “arriveremo a un totale di 14-15 milioni di casi”. Così Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio del capoluogo lombardo, fa il punto per l’Adnkronos Salute sull’andamento futuro dell’epidemia di influenza e altre infezioni respiratorie, dopo che ieri il bollettino RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità ha messo nero su bianco l’avvenuto superamento del picco di incidenza.
“La significativa riduzione dell’incidenza nella fascia d’età più giovane, che è quella che contribuisce per gran parte al numero di casi simil-influenzali in termini assoluti – conferma Pregliasco – ci fa pensare, salvo eventuali ritardi nella segnalazione, che effettivamente il picco è stato raggiunto. Dobbiamo però considerare che l’epidemia disegna una curva ‘a campana’, perciò nei fatti quando si è al picco si è solo a metà dell’opera e dunque avremo una curva che scenderà, ma con una quantità di casi comunque elevata nel prossimo futuro”. Insomma “non è finita”, avverte l’esperto, ed è “giusta la raccomandazione alla vaccinazione, seppur tardiva”.