(Adnkronos) – Non c’è bisogno di vitamine, integratori o rimedi miracolosi contro la ‘svogliatezza’ e la stanchezza di fine scuola che, in queste ultime settimane dell’anno scolastico, si osserva in molti bambini e ragazzi. In tanti sembrano faticare di più ad alzarsi la mattino e concentrarsi sui compiti. “Sono sicuramente un po’ stanchi ed è più una stanchezza mentale che fisica, perché in generale hanno molti più impegni ‘finali’, per la scuola, ma anche per le altre attività seguite durante l’anno”. Per loro la ricetta è: “Buon sonno, buona organizzazione, buona alimentazione ritmi regolari e sostegno a casa”, spiega all’Adnkronos Salute Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società italiana di pediatria (Sip), che ai genitori in questa fase consiglia soprattutto ascolto. “Molte difficolta dei ragazzi – sottolinea – possono essere legate anche ad ansie rispetto alla scuola che non sanno esprimere. Serve sostenerli evitando il tipico rimprovero ‘dovevi pensarci prima’, ‘dovevi studiare durante l’anno’, che non è utile in questo momento. Ci sarà tempo per spiegare loro l’importanza di organizzazione e impegno”.
I genitori, invece, possono aiutare “favorendo una ‘igiene della vita’ quotidiana, insomma uno stile di vita positivo. Da un’alimentazione più sana a un buon sonno, a un’organizzazione delle attività in cui il genitore può essere d’aiuto, suggerendo senza imporre. Per il resto – prosegue Agostiniani – quello che dobbiamo ricordare è che i ragazzi hanno bisogno di esempi e non di pillole: non si può dire loro che non bisogna chattare tutto il giorno se poi vedono i genitori sempre con il telefonino in mano”. Telefonini che sono invece da evitare prima di andare a letto e da non tenere sul comodino, per favorire un buon sonno senza interferenze di suoni e luci. Per l’alimentazione non ci sono ricette speciali per ‘sostenere’ bimbi e ragazzi in questo momento, ma consigli di buon senso: “Serve evitare una dieta disordinata, preferire la frutta e la verdura, evitare alimenti troppo grassi e processati e l’eccesso di bibite zuccherate o gassate”.
Sono poi importanti “le parole. Con i ragazzi e con le ragazze bisogna parlare spesso”, raccomanda il pediatra. “Molte volte è faticoso – ammette – difficile. Vanno trovate le giuste modalità. Teniamo conto che la ‘stanchezza’ che vediamo nei ragazzi in questo periodo dell’anno può essere legata anche alle aspettative rispetto alla fine dell’anno scolastico, per un risultato a cui tengono o per il timore di prendere dei debiti”. In quest’ultimo caso il genitore può aiutarli cercando “di motivarli ad impegnarsi”. Ma senza esasperazioni, perché “si cresce sugli errori e sulle frustrazioni. Se qualcosa non va per il verso giusto, se ne prenderà atto e si cercherà di invogliare il ragazzo a capire dov’è che ha sbagliato. Per poi riuscire a far meglio le volte successive”.