Medicina, Cavicchi: “Ripensare completamente formazione del medico”

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“Il problema principale della medicina è che oggi il suo apparato concettuale, le sue classi e le sue metodologie non coincidono più con le complessità sociale. Molto semplicemente questo. Per cui dobbiamo trovare il modo di rifarla coincidere con le complessità sociali: troppe cose sono cambiate e la medicina è rimasta ferma, scientifica, sperimentale. E’ cambiato il malato, è cambiata la complessità della malattia, è cambiata l’idea di natura, è cambiata l’idea di legge, è entrata a gamba tesa l’idea di complessità: tutte queste cose hanno scombussolato la medicina, per cui bisogna trovare il modo di rifarla combaciare con la società. Da questi scarti che ci sono nascono i principali problemi, che sono problemi di fiducia prima di tutto dalla società nei confronti della medicina. La società è un po’ un po’ paradossale perché la medicina fa dei passi da gigante sul piano scientifico, ma nonostante questo la società si fida sempre meno della scienza e vuole partecipare direttamente. Che ci sia uno che mette il becco sulla verità scientifica alla medicina non garba molto quindi bisogna superare molte cose. La formazione del medico va ripensata radicalmente, è una formazione ancora riduzionista: noi dobbiamo ripensarla in chiave di complessità. Dobbiamo ripensare tra virgolette anche il valore delle relazioni: una volta che una relazione tra il medico e il malato non era così importante perché io per conoscere un fegato non avevo bisogno di avere una relazione, ma se io voglio conoscere l’ammalato di fegato devo avere una relazione e sulla relazione siamo scoperti. La relazione non va intesa e banalizzata come amabilità e buona educazione: la relazione è un modo di conoscere è una fonte di conoscenza. Sono tutte sfide nuove e poi ci sono sfide di sistema: viviamo in una sanità che è quasi strozzata dai problemi delle risorse, il medico è quasi impoverito sul piano delle autonomie dei problemi di bilancio. Dobbiamo trovare un equilibrio anche con i problemi economici, è possibile e non è un’impresa impossibile, però bisogna cambiare idea e bisogna cambiare parole d’ordine: bisogna cambiare prospettiva”.
   

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