Neoplasie sangue, in aumento opzioni di cura e aspettativa di vita

(Adnkronos) – I tumori del sangue stanno registrando negli ultimi anni incoraggianti progressi a livello terapeutico, consentendo di aumentare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. Il linfoma non-Hodgkin, la leucemia mieloide acuta in pazienti anziani, la mielofibrosi e la policitemia vera fanno meno paura grazie a terapie sempre più mirate e a un mix di medicinali target. E’ quanto riporta un articolo pubblicato su ‘Alleati per la Salute’ (www.alleatiperlasalute.it ), portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.  

Il linfoma non-Hodgkin a cellule B – si legge nell’articolo – risulta essere particolarmente aggressivo, anche se le terapie di prima linea riescono ormai a guarire una buona parte di pazienti. Per quelli cosiddetti “refrattari”, che quindi non rispondono a questi trattamenti, oppure per chi incorre in una ricaduta, si sta oggi sperimentando una cura basata su anticorpi bispecifici chiamati anche “a doppio bersaglio”, perché si legano a due bersagli target, connettendo le cellule T alle cellule tumorali, in modo che le prime rilascino specifiche molecole in grado di distruggere le seconde. I dati preliminari confermano per il momento l’efficacia di questa terapia, che pare sia in grado di eliminare ogni traccia di malattia con una infusione al mese per un anno.  

Anche per la leucemia mieloide acuta, patologia che si sviluppa dal midollo osseo e tende ad avere una progressione molto veloce, si stanno ottenendo buoni risultati con una terapia ben tollerata basata su un mix di medicinali target, in grado di migliorare aspettativa e qualità di vita di quei pazienti – persone con più di 60 anni di età – che in molti casi non sono in grado di tollerare cure particolarmente aggressive come chemioterapia intensiva o trapianto. 

E ancora: nonostante siano disponibili da tempo farmaci efficaci che hanno cambiato radicalmente la storia della mielofibrosi – si legge su Alleati per la Salute – restano ancora oggi dei bisogni non soddisfatti. La ricerca comunque sta facendo passi in avanti attraverso la sperimentazione di un mix di farmaci target, che permette una riduzione della malattia sia a livello clinico, con riduzione dei sintomi, sia a livello molecolare e midollare. Il tutto assicurando al paziente una buona qualità di vita. Lo studio del ruolo chiave di alcuni geni e del loro impatto sulla prognosi sta inoltre aiutando a calibrare con sempre maggiore precisione le nuove terapie.  

Infine, riguardo la policitemia vera – patologia che determina una proliferazione progressiva incontrollata di globuli rossi, con conseguente aumento dell’ematocrito e riduzione della fluidità del sangue con gravi rischi per i pazienti di incorrere in trombosi, ictus e infarto del miocardio – la terapia di prima linea risulta a volte inefficace oppure non tollerata dai pazienti e per questo si stanno percorrendo nuove strade. Da alcuni anni è disponibile un farmaco che agisce inibendo il recettore Jak 2, che nel 95% dei pazienti con policitemia vera presenta una mutazione specifica. I dati ad oggi disponibili fino a 5 anni di trattamento nei pazienti che hanno ricevuto l’inibitore Jak1/2 confermano il beneficio in termini di controllo della malattia, che riguarda per esempio sintomi ed eventi trombotici, e documentano un impatto positivo sulla sopravvivenza complessiva.  

L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/piu-lungo/novita-terapeutiche-i-tumori-del-sangue.  

(Adnkronos)