Obesità e morte improvvisa da scompenso, giovani scienziati del cuore a confronto

(Adnkronos) – Ridurre il rischio cardiovascolare nell’obesità; prevenire la morte improvvisa nello scompenso cardiaco. Due temi su cui si stanno confrontando le nuove generazioni di ‘scienziati del cuore’ del Servizio sanitario nazionale, il futuro della ricerca clinica italiana. L’occasione è la Convention Next Generation Anmco che si tiene in questi giorni a Spoleto, in provincia di Perugia. Un evento promosso dall’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri per stimolare la riflessione dei giovani ricercatori in cardiologia su argomenti chiave del settore: dall’insufficienza cardiaca all’aritmologia, alla prevenzione cardiovascolare e alle sindromi coronariche acute e croniche. 

“Un contesto clinico in cui negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi da gigante è la cura dell’obesità”, sottolinea Furio Colivicchi, direttore della Cardiologia clinica e riabilitativa dell’ospedale San Filippo Neri Asl Roma 1. “Si tratta di una vera e propria malattia cronica – ricorda – che espone i pazienti a un elevato rischio di eventi cardiovascolari. L’evento organizzato dall’Anmco per raccogliere i giovani cardiologi con uno spiccato interesse per la ricerca clinica consentirà di fare luce sulle nuove opportunità terapeutiche disponibili per la gestione di questa patologia. L’obesità non è ascrivibile solo a uno stile di vita scorretto – precisa l’esperto – ma è il risultato di una complessa interazione di molteplici fattori genetici, metabolici, ambientali e comportamentali. Per tale motivo, gli interventi mirati esclusivamente alle modifiche dello stile di vita possono essere inefficaci. In questo contesto si inseriscono alcune opzioni terapeutiche farmacologiche, recentemente introdotte nella pratica clinica”.  

In particolare, “nel corso della convention vengono evidenziate le potenzialità dell’approccio farmacologico basato sull’impiego degli agonisti Glp-1. Questi farmaci – rimarca Colivicchi – hanno dimostrato di essere efficaci sia nel ridurre il peso del paziente che il rischio cardiovascolare. L’incontro con i giovani cardiologi rappresenta dunque un’occasione preziosa proprio per discutere degli ulteriori possibili ambiti di applicazione di questi trattamenti”. 

Fabrizio Oliva, presidente Anmco e direttore di Cardiologia 1 dell’ospedale Niguarda di Milano, fa il punto sulle sfide dello scompenso cardiaco: “E’ una sindrome clinica particolarmente complessa – spiega – che può esporre a un aumentato rischio di aritmie minacciose per la vita e morte improvvisa. La Convention Next Generation Anmco mette a fuoco le metodiche che appaiono più promettenti per una migliore definizione del rischio aritmico dei pazienti con insufficienza cardiaca”. 

“L’intelligenza artificiale, consentendo un’analisi sofisticata del tracciato elettrocardiografico – illustra Oliva – può fornire informazioni utili e aggiuntive rispetto a quelle desunte dalla semplice lettura dell’elettrocardiogramma. Altre metodiche emergenti per la definizione del rischio di morte cardiaca improvvisa nel contesto dello scompenso cardiaco, e non solo, sono le tecniche di imaging avanzato, innanzitutto nell’ambito dell’ecocardiografia. Si tratta di un’indagine tradizionalmente impiegata per valutare la funzione del muscolo cardiaco (frazione di eiezione), che quando ridotta al di sotto di un certo livello (inferiore al 35%) è associata a un significativo aumento del rischio di aritmie minacciose per la vita. Le applicazioni più innovative dell’ecocardiografia consentono una più raffinata e precisa valutazione della meccanica e struttura cardiaca fornendo dunque parametri che possono aiutare a individuare i pazienti con scompenso e a più alto rischio di morte improvvisa. Inoltre, negli ultimi anni si sono affiancate all’ecocardiografia altre metodiche che vengono usate sempre più frequentemente in cardiologia, come ad esempio la risonanza magnetica”. 

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