Ordini dei medici: “Siamo costruttori di pace, sosteniamo i colleghi su Freedom Flotilla”

(Adnkronos) – “I medici sono sempre stati a disposizione delle persone. Sono costruttori di pace. E anche in questo caso, con la Flotilla, non fanno altro che rispondere a quel bisogno di carattere etico e deontologico che è quello di essere vicino alle persone che soffrono maggiormente e che hanno bisogno di aiuto”. Così all’Adnkronos Salute il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, in merito alla Freedom Flotilla Coalition, la missione umanitaria con a bordo medici e sanitari che – dopo Global Sumud Flotilla – sta navigando verso la Striscia di Gaza. “La presenza di medici e sanitari sulle navi – sottolinea Anelli – dimostra soltanto la volontà di mettersi a servizio di chi in questo momento non ha quasi più alcun tipo di assistenza sanitaria”.  

Anelli ricorda l’impegno nella tragica vicenda della Striscia: “Abbiamo da sempre sostenuto tutti i colleghi, anche quelli delle organizzazioni umanitarie che erano presenti a Gaza e che poi sono stati costretti ad andare via nelle ultime settimane con l’invasione della città. E l’abbiamo fatto anche in collaborazione con la Farnesina. Per questo ringrazio il ministro Antonio Tajani che ha messo da subito a disposizione un’unità di crisi”, aggiunge il presidente Fnomceo, evidenziando anche “la disponibilità del console di Gerusalemme e dell’ambasciata di Tel Aviv per creare un filo diretto con i medici che operavano lì. La nostra attenzione nei confronti dei sanitari è sempre stata molto alta – prosegue Anelli – così come abbiamo sempre condannato le violazioni della Convenzione di Ginevra relative ai bombardamenti degli ospedali, all’uccisione dei medici, degli operatori sanitari e anche gli attacchi alle ambulanze e a qualsiasi struttura sanitaria. Crediamo che le regole, anche se le guerre sono sempre complicate, si devono rispettare: gli impegni assunti vanno mantenuti”.  

Per quanto riguarda la Flotilla in navigazione, “da parte nostra c’è non soltanto l’apprezzamento e l’incoraggiamento – rimarca il presidente dei camici bianchi italiani – ma anche il sostegno nei confronti dei colleghi perché incarnano, con la loro opera, i principi del nostro codice. D’altra parte i medici li troviamo dovunque ci sono scenari di guerra, dove c’è povertà, dove si prova a costruire campi in situazioni di emergenza, a mettere su sistemi di assistenza che possono portare sollievo a chi ne ha bisogno. Chiediamo rispetto nei loro confronti, perché i medici sono quelli che si chinano sulle sofferenze delle persone, sulle sofferenze del mondo. Rispetto significa anche salvaguardare l’integrità fisica dei colleghi che in questo momento stanno andando verso Gaza. Sono sicuro che il ministro Tajani saprà, ancora una volta, tutelare, insieme con tutto il Governo italiano, i nostri connazionali, i nostri medici che in questo caso vogliono esprimere la voglia e la passione per curare chi ne ha bisogno”. (di Raffaella Ammirati)  

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