Report, allattamento materno esclusivo solo per 2 nati sani su 3

(Adnkronos) – In Italia solo due terzi dei nati sani, di buon peso e a termine, è allattato esclusivamente con latte materno alla dimissione dalla Maternità: per la precisione il 67,3% di 33.367 neonati. La pratica del ‘pelle a pelle’ (Skin-to-skin contact o Ssc) non viene proprio effettuata nel 4,5% dei punti nascita, nel 43,8% viene effettuata solo dopo parto vaginale e nel 51,7% sia dopo parto vaginale che dopo cesareo. Tuttavia, su un campione di 6.304 neonati a termine sani, solo il 76,9% ha praticato lo Ssc in sala parto dopo parto vaginale. Il rooming-in, inteso come estensivo (almeno 20-24 ore), è previsto in tutti i punti nascita presi in considerazione, ma viene effettivamente applicato solo nell’83,4% di un campione di 6.735 nati a termine, sani, di peso alla nascita normale (≥2.500gr). 

Sono i dati principali emersi dal Rapporto sulla fase iniziale del progetto inter-societario di tutela e promozione dell’allattamento materno. Al progetto Policy aziendale sull’allattamento (Paa) – spiega una nota – hanno aderito 62 aziende sanitarie, con complessivi 111 punti nascita, appartenenti a 14 su 21 regioni e/o province autonome italiane. Il progetto triennale Paa, che si completerà a metà 2025, è stato avviato dalle società scientifiche che si occupano dell’assistenza perinatale e dalle federazioni nazionali delle ostetriche e degli infermieri. Nello specifico da Società italiana di neonatologia (Sin), Società italiana di pediatria (Sip), Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), Società italiana di nutrizione pediatrica (Sinupe), Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica (Fnopo), Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Società italiana di neonatologia infermieristica (Sin Inf), Società italiana di pediatria infermieristica (Sipinf), d’intesa con l’associazione dei genitori Vivere Ets. 

L’obiettivo del progetto – riferisce la nota – è quello di incrementare il tasso di allattamento in ospedale mediante una serie di interventi mirati: linee di indirizzo aziendali a sostegno dell’allattamento, formazione del personale, implementazione di protocolli adeguati sull’allattamento, maggior diffusione delle pratiche facilitanti in ospedale l’avvio dell’allattamento (pratica del pelle a pelle e rooming-in). In particolare, la formazione in allattamento dei professionisti dell’area perinatale (ostetrici-ginecologi, ostetriche, pediatri/neonatologi, infermieri) risulta ancora insufficiente, mostrando una copertura soltanto del 56,2%. 

La forza del progetto Paa, che incrementa di molto la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati – evidenziano i promotori – risiede nel fatto che questi interventi sono stati identificati e proposti da un gruppo di lavoro nazionale che include professionisti sanitari d’area perinatale, esperti a vario titolo nella promozione dell’allattamento, espressione delle società scientifiche e delle federazioni professionali delle ostetriche e degli infermieri. 

(Adnkronos)