Ricerca, 20 anni di Fondazione Veronesi: 170 milioni investiti e fondi a 2.200 scienziati

(Adnkronos) – Un investimento pari a 170 milioni di euro, tra finanziamenti alla ricerca e progetti di divulgazione scientifica, e quasi 2.200 ricercatori sostenuti in 176 istituti e università in Italia e all’estero. E’ il bilancio dei primi 20 anni della Fondazione Umberto Veronesi, che celebra 2 decenni di vita guardando al futuro: “Quello che siamo diventati oggi è solo una radice di quello che saremo domani”, è la promessa fatta in un video realizzato per l’anniversario. Un traguardo festeggiato oggi nell’Aula magna dell’università Statale di Milano, con la cerimonia di consegna delle borse 2023 a 160 medici e ricercatori, e del sesto ‘Fondazione Umberto Veronesi Award’ alle 3 migliori pubblicazioni 2022 firmate da scienziati supportati dall’ente. Ad aprire la giornata un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.  

Mattarella: “Promuovere la ricerca per futuro più equo e sostenibile’ – “La ricerca scientifica, con la crisi pandemica degli ultimi anni – scrive il capo dello Stato – ha confermato il suo ruolo essenziale nel realizzare un futuro più equo e sostenibile in ogni settore della nostra vita. Promuoverne la centralità e investire su giovani dotati di talento e idee, fornendo loro i mezzi per esprimere progettualità innovative, appare fondamentale”. Mattarella ha salutato i partecipanti alla cerimonia “rivolta a progetti di alto livello scientifico, diretti a trasferire in tempi brevi i risultati di laboratorio alla pratica clinica”, augurando a Fondazione Veronesi “di continuare a fornire il proprio contributo al progresso scientifico e ai giovani ricercatori premiati ogni soddisfazione professionale. La comunità intera potrà beneficiare dei vostri successi”.  

Delle 160 borse di quest’anno, 141 sono destinate a ricercatori post-dottorato (per il 71,6% donne, per il 12% stranieri, età media 35,7 anni) attivi nei settori oncologia (121) e nutrigenomica e prevenzione delle malattie (20), mentre 19 sono borse di formazione e specializzazione. A questi grant – sottolineano dalla Fondazione – si aggiungono il sostegno alla Scuola europea di medicina molecolare (Semm) che accoglie 173 dottorandi, e il finanziamento di 16 progetti di ricerca, 2 progetti internazionali, 4 protocolli di cura in oncologia pediatrica e 2 piattaforme internazionali di ricerca e cura. Nel 2023 sono 52 gli istituti di ricerca e atenei in cui lavorano i ricercatori supportati, in 32 città italiane: Ancona, Bologna, Brescia, Cagliari, Camerino (Macerata), Candiolo (Torino), Catania, Catanzaro, Chieti, Ferrara, Firenze, Genova, L’Aquila, Milano, Modena, Monza, Napoli, Novara, Orbassano (Torino), Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pisa, Pozzilli (Isernia), Roma, Salerno, Siena, Rozzano (Milano), Torino, Trieste e Verona. 

Nel dettaglio, dal 2003 Fondazione Veronesi ha finanziato 2.193 scienziati, 147 progetti di ricerca, 12 protocolli di cura nel campo dell’oncologia pediatrica e le 2 piattaforme internazionali Progetto Umberto, per approfondire il rapporto tra alimentazione e tumori, e Palm Research Project, per sviluppare terapie innovative contro la leucemia mieloide acuta pediatrica. Solo negli ultimi 13 anni, tra il 2009 e il 2022, i ricercatori sostenuti da Fondazione Veronesi hanno prodotto 2.264 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali peer-reviewed, e di questi 1.828 sono articoli originali, per un Impact Factor medio normalizzato di 8,99.  

Paolo Veronesi: “Più che un traguardo un punto di partenza” – “Sostenere la ricerca scientifica è un impegno costante e collettivo – afferma Paolo Veronesi, presidente della Fondazione intitolata a suo padre e senologo come lui – che ha come obiettivo quello di dare un contributo concreto per migliorare la vita delle migliaia di persone malate. Proprio per questo Fondazione, che porta nel suo Dna la ricerca d’eccellenza nel campo dell’oncologia, continua a mantenere la missione del suo fondatore finanziando i migliori ricercatori e progetti di altissimo profilo scientifico, caratterizzati dalla capacità di trasferire velocemente i risultati dal laboratorio alla pratica clinica sui pazienti. I nostri 20 anni, più che un traguardo, rappresentano un punto di partenza per nuovi progetti con obiettivi molto concreti”. Fine ultimo: “Garantire nuove speranze di cura per i pazienti di oggi e di domani”. 

“Il processo di valutazione per l’assegnazione dei finanziamenti da parte di Fondazione è alquanto rigoroso – sottolinea Chiara Tonelli, presidente del Comitato scientifico dell’ente – anche e soprattutto perché la qualità delle application è sempre molto elevata. Ogni domanda viene valutata secondo standard internazionali che riguardano il curriculum vitae del ricercatore, il progetto proposto, le esperienze all’estero e le pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali peer-reviewed. Vengono inoltre premiati progetti di alta innovazione e che racchiudano un alto potenziale transazionale, al fine di trovare soluzioni di cura sempre più efficaci”.  

Rigorosi anche i criteri alla base dell’assegnazione dell’Award annuale di Fondazione Veronesi, tra cui l’Impact Factor della rivista scientifica su cui i lavori dei premiati sono stati pubblicati e il potenziale traslazionale della ricerca descritta. I vincitori 2023, tutti per progetti in area oncologica, sono Tommaso Colangelo per uno studio condotto all’ospedale ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ – Irccs di San Giovanni Rotondo (Foggia); Maria Grazia Filippone per una ricerca portata avanti all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano; Francesco Antonica per un lavoro realizzato presso il Dipartimento Cibio (Cellular, Computational and Integrative Biology) dell’università degli Studi di Trento.  

Nel corso della cerimonia Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia cellulare e genica dell’Irccs ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e professore ordinario all’università Cattolica capitolina, ha curato uno spazio di approfondimento sull’importanza della ricerca e sulla curiosità scientifica che deve animare l’attività dei ricercatori. Uno scenario sulle nuove frontiere della ricerca oncologica è stato tracciato da Pier Giuseppe Pelicci, professore ordinario di Patologia all’università degli Studi di Milano, a capo della Ricerca Ieo e direttore del Dipartimento Ieo di Oncologia sperimentale. 

Una ‘V’ per il nuovo logo – Fondazione Veronesi guarda avanti e simboleggia questa spinta verso il futuro inaugurando un nuovo logo: una lettera ‘V’ che “si ispira alla forza delle idee del fondatore” Umberto Veronesi e “incarna la centralità della lotta ai tumori a beneficio dei pazienti di oggi e di domani”, rimarca l’ente. “Nuova firma – chiosa la Fondazione – stesso impegno per i tumori’. 

Podcast ‘Il Prof’ racconta Umberto Veronesi – “Io non vedrò un mondo senza cancro, ma chi verrà dopo di me sì. Questo è il compito della ricerca scientifica”. Lo ripeteva spesso Umberto Veronesi, una ‘frase testamento’ scelta dalla Fondazione a lui intitolata, a chiusura del video dedicato ai suoi primi 20 anni. Per celebrare l’anniversario e la figura dell’oncologo fondatore, morto nel 2016, Fondazione Umberto Veronesi lancia il podcast ‘Il Prof’. “Un appassionante viaggio in 10 puntate attraverso la vita di un grande medico e uomo di scienza che ha saputo rivoluzionare la percezione e la cura del tumore, mettendo sempre al centro il malato e non la sua malattia”, spiega l’ente annunciando l’uscita del podcast durante la cerimonia di consegna delle borse 2023 e del sesto ‘Fondazione Umberto Veronesi Award’. 

Disponibile su tutte le principali piattaforme di ascolto, come Spotify, Apple Podcast e Amazon Music e Audible, il primo podcast targato Fondazione Veronesi è “un arco narrativo arricchito dalle voci di scienziati e autorevoli esperti che hanno conosciuto personalmente il Prof e ne riportano la sua straordinaria storia”. Clacson.Media ha curato la produzione del podcast, scritto da Alessandro Casale, grazie alla supervisione e a materiali d’archivio di Fondazione Umberto Veronesi. 

(Adnkronos)