(Adnkronos) – Anche quest’estate la montagna resta tra le mete turistiche più amate, confermando un trend in ascesa (+43% di presenze italiane e +35% di stranieri rispetto al 2021, secondo le previsioni dell’istituto Demoskopika) che è iniziato negli ultimi anni e ha avuto una brusca accelerazione dopo la pandemia di Covid-19. A caccia di fresco e di natura, sempre più vacanzieri scelgono dunque di salire ‘sempre più alto’, ma spesso non hanno la preparazione teorico-pratica adatta a vivere le vette in sicurezza, evitando i sintomi del mal di montagna.
“Ascoltare il proprio corpo e sapere quali farmaci eventualmente assumere per contrastare le comuni, ma non trascurabili patologie legate all’altitudine” è la raccomandazione di Daniele Manno, capitano del Corpo militare della Croce rossa italiana, che lasciando il nuovo corso Ecm multimediale ‘Montagna: patologie e condizione tipiche in alta quota’, aperto a tutti i camici bianchi e realizzato con Consulcesi Club, si unisce al coro di soccorritori e guide alpine che raccomandano più prudenza e formazione per affrontare i monti. L’obiettivo delle lezioni, affidate al paramedico e istruttore di remote e military life support – spiegano da Consulcesi – è quello di “aggiornare e formare i professionisti della salute per prevenire gli innumerevoli e comuni malesseri legati all’altitudine, e promuovere una maggiore consapevolezza attorno a quello che succede al nostro organismo quando è esposto a condizioni più o meno avverse ed estreme come possono essere quelle dell’ambiente montano”.
“L’altitudine può portare a una serie di malesseri dall’intensità variabile a seconda anche della predisposizione del singolo, che possono andare dal noto mal di montagna all’iperventilazione, alla dispnea, fino alle apnee notturne, al respiro periodico e all’alterazione del sonno”, elenca Manno. “La risposta fisiologica – precisa – varia a seconda di diversi fattori. Per esempio, se generalmente si iniziano ad accusare i sintomi del cosiddetto mal di montagna a partire dai 2.000 metri, è possibile che i soggetti cardiopatici ne soffrano già dai 1.000 metri, con nausea e altri disturbi gastrointestinali. E’ fondamentale allora mettere più persone possibili nella condizione di riconoscere il disturbo e agire per una rapida e sicura ripresa”.
Nel corso, l’esperto della Cri affronta anche i fattori all’origine dei disturbi legati all’alta quota e i comportamenti volti a prevenirne la comparsa (dall’importanza dell’acclimatazione al ruolo della disidratazione, fino al coinvolgimento del sistema endocrino e all’adattamento ormonale), nonché l’utilizzo di farmaci per contrastare i diversi malesseri.
Il corso di formazione a distanza – evidenzia una nota Consulcesi – si inserisce nell’ampio catalogo del provider leader nella formazione Ecm, tra cui i professionisti della salute possono scegliere per conseguire i crediti formativi obbligatori entro la fine di dicembre 2022.