Salute, dermatologa Osti: “Regole aggiornate per fare informazione anche sui social”

(Adnkronos) – “Sempre più dati ci dicono che la stragrande maggioranza della popolazione cerca informazioni mediche attraverso i motori di ricerca e attraverso i social network. E’ importante che le informazioni mediche vengano date da chi ha competenza e autorevolezza, ossia il medico” che però, “al momento, deve sottostare a tutta una serie di regole, riportate nel codice deontologico, che valgono sia in ambulatorio che in qualsiasi modalità di comunicazione. Queste linee guida sono assolutamente importanti e vanno mantenute, ma il nostro essere medici moderni ci impone anche di migliorare, allargare il nostro tipo di comunicazione” e quindi spostare “un pochino più in là” alcuni paletti, “sempre mantenendo la correttezza deontologica e il rispetto della privacy dei nostri pazienti. Abbiamo iniziato così un percorso per creare delle linee guida, insieme ad Aida, per regolamentare questo nuovo modello di comunicazione che fa assolutamente parte della quotidianità di tutti i dermatologi, sia all’interno che al di fuori dell’ambulatorio”. Lo ha detto Federica Osti, dermatologa e nei social @latuadermatologa, partecipando al Simposio ‘Codice deontologico e social media’, nel corso del congresso nazionale dell’Associazione italiana dermatologi ambulatoriali (Aida) che si è tenuto a Riccione.  

Oggi “una trentina di dermatologici italiani” è sui social, sottolinea, e “tutti insieme ci stiamo impegnando per creare delle linee guida insieme ad Aida, per cercare di regolamentare questo nuovo modello di comunicazione che fa assolutamente parte della quotidianità di tutti i dermatologi sia all’interno che al di fuori dell’ambulatorio. Cercheremo di stilare tutta una serie di norme molto pratiche, come è nostra abitudine, per dare indicazione anche a tutti i nuovi dermatologi che vogliono iniziare questo modello di comunicazione”, ma soprattutto “per dare sicurezza e comfort alle persone che ci seguono, in maniera che le informazioni di cui stanno fruendo siano informazioni serie, di cui appunto – conclude – si possono fidare”. 

(Adnkronos)