(Adnkronos) – Nei pazienti con Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, il rischio di eventi cardiovascolari aumenta di circa 34 volte nei 7 giorni successivi a una riacutizzazione, a prescindere dalla gravità. Tale rischio rimane elevato fino a un anno di osservazione. E’ il risultato dello studio Rwe Exacos-Cv (EXACerbations and their OutcomeS – CardioVascular an observational cohort study using Italy Healthcare Claims Database), pubblicato sull”European Journal of Internal Medicine’. Lo studio – condotto a partire da 216.864 pazienti con Bpco in Italia – mostra come, nell’anno successivo a una riacutizzazione, indipendentemente dalla gravità della stessa, aumenti il rischio di eventi cardiaci con conseguenze potenzialmente molto gravi, quando non opportunamente trattati.
“La Bpco – spiega Paola Rogliani, ordinaria di Malattie dell’apparato respiratorio, Università di Roma Tor Vergata, direttore Uoc Malattie apparato respiratorio, Fondazione Policlinico Tor Vergata e co-autrice dello studio – colpisce 391 milioni di persone nel mondo e circa 3,3 milioni in Italia, i cui dati probabilmente sono sottostimati. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che la Bpco sia la terza causa di morte al mondo. Il rischio cardiopolmonare, ovvero il rischio di riacutizzazioni e di eventi cardiovascolari, rappresenta un aspetto da considerare sia in fase diagnostica che in fase acuta. Le riacutizzazioni – sottolinea – hanno come conseguenza il declino della funzione polmonare e questo studio dimostra come le conseguenze cardiovascolari possano essere rilevate fino a un anno di distanza dalla riacutizzazione stessa. I risultati dello studio Exacos-Cv sono di grande valore perché confermano come il rischio cardiovascolare di un paziente con Bpco sia significativamente aumentato a seguito di una riacutizzazione, anche se moderata, sottolineando l’importanza di un intervento adeguato e di una ottimizzazione del trattamento nell’ottica di ridurre il rischio cardiopolmonare e prevenire le riacutizzazioni nei pazienti con Bpco”.
I risultati dello studio Exacos-Cv “sono di grande rilevanza e mostrano l’evidente correlazione tra Bpco e insorgenza di eventi cardiovascolari, i quali possono risultare potenzialmente fatali per i pazienti – osserva Francesco Dentali, presidente Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti), professore in Medicina interna Università dell’Insubria, direttore Dipartimento di Area medica Azienda ospedaliera Asst Sette Laghi di Varese e co-autore dello studio – I dati emersi sono molto importanti anche dal punto di vista della medicina interna, in quanto sottolineano come il rischio di eventi cardiovascolari dopo una ospedalizzazione per Bpco aumenti di ben 86 volte. Ne consegue quanto sia di fondamentale importanza agire tempestivamente, prevenendo le ospedalizzazioni mediante una gestione e presa in carico adeguata e tempestiva del paziente, nell’ottica di migliorare la qualità della loro vita”.
Al recente Congresso Ats (American Thoracic Society) AstraZeneca, azienda leader nella ricerca scientifica per le patologie respiratorie – si legge in una nota – ha presentato numerosi studi innovativi. Tra questi, una post-hoc analysis dello studio Ethos, di fase 3, che ha analizzato l’efficacia della triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato nel ridurre il rischio di riacutizzazione nei pazienti con Bpco da moderata a grave, rispetto alla duplice terapia. I risultati hanno mostrato come la triplice terapia abbia ridotto del 20% il rischio di eventi cardiopolmonari.
“Siamo orgogliosi di annunciare la pubblicazione sull’European Journal of Internal Medicine’ dei risultati italiani dello studio Exacos-Cv – commenta Raffaela Fede, direttore medico AstraZeneca Italia – per il quale l’Italia ha fornito un contributo estremamente importante e che ci ha permesso di raccogliere dati provenienti dalla pratica clinica molto rilevanti e soprattutto relativi al contesto italiano dei pazienti con Bpco. Sulla base di tali risultati, appare evidente quanto sia importante intervenire in maniera preventiva e ottimizzare il trattamento per i pazienti con Bpco. A dimostrazione dell’impegno di AstraZeneca Italia nella ricerca in quest’ambito, parteciperemo allo studio clinico internazionale Tharros che, per la prima volta nella storia della Bpco, ha lo scopo di dimostrare l’efficacia della triplice terapia budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato nella riduzione degli eventi cardiopolmonari per i pazienti con Bpco e che, confidiamo, possa risolvere anche questo bisogno clinico non ancora soddisfatto”.