Sanità, costo sociale sclerosi multipla 45mila euro l’anno a paziente

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Il peso socioeconomico della sclerosi multipla è quantificabile, secondo i dati disponibili, in 45mila euro annui per persona affetta dalla patologia. Cifra che può raggiungere quota 84mila euro in caso di sclerosi multipla in stadio avanzato. “E’ importante che si riconosca il bisogno di dare le terapie giuste alla persona giusta. Non devono essere posti limiti e va data a tutti la possibilità di curarsi col farmaco giusto. E’ un tema fondamentale per evitare che la parola medicina personalizzata risulti vana. Su questo dobbiamo lavorare tutti, istituzioni comprese”. E’ la riflessione di Mario Alberto Battaglia, presidente Fondazione italiana sclerosi multipla e direttore generale Associazione italiana sclerosi multipla (Aism).  

“L’innovazione terapeutica può cambiare la realtà” della sclerosi multipla “dal punto di vista clinico e della persona. Può far sì che una persona viva la propria vita, che continui a lavorare”, osserva Battaglia oggi durante un incontro che si è tenuto a Milano, dopo il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa alla rimborsabilità di ofatumumab, trattamento ad alta efficacia a domicilio, mirato alle cellule B, indicato per adulti con sclerosi multipla recidivante remittente (Smrr). Il rallentamento della progressione della malattia e la riduzione della disabilità associata permettono “che il paziente possa gravare meno sui costi di malattia, sui costi clinici, sanitari, ma anche sociali. E questo non è marginale nella misura in cui sappiamo con dati recenti che il costo sociale annuo medio della sclerosi multipla è intorno ai 45mila euro” per paziente. Non far progredire la malattia vuol dire anche “non avere un costo sociale elevato” che “può arrivare fino agli 80mila euro annui”.  

Battaglia evidenzia l’importanza di poter “scegliere la terapia adeguata alle condizioni della persona, condividere con il neurologo un percorso di scelta di quella che è la terapia migliore per rallentare la progressione e cambiare il futuro della malattia”. Personalizzazione dei trattamenti “vuol dire anche pensare a come affrontare le difficoltà, gli aspetti di vita quotidiana della persona. Una terapia domiciliare è sempre importante perché è compatibile col lavoro, è compatibile con le attività e con le scelte che ciascuno vuole operare ed ovviamente ha anche un risvolto economico”. Poter essere a tutti gli effetti “una persona” e “una persona produttiva” che “non grava sulla società” è quello che chiedono i pazienti. “Il costo delle terapie c’è, ma il costo-beneficio è sicuramente favorevole”, anche per il minor impatto sul sistema sanitario.  

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