(Adnkronos) – “Stiamo lavorando alla creazione di un Fondo integrativo per l’assistenza odontoiatrica”, annuncia in un’intervista a ‘La Stampa’ Carlo Ghirlanda, presidente dell’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi). “Come associazione – spiega – stiamo mettendo da parte le risorse necessarie a sostenere l’impatto economico dei rimborsi. Partiremo con dei contratti collettivi, poi passeremo a quelli individuali rivolti a singoli cittadini”. In pratica, “chi aderisce al fondo avrà un voucher che potrà essere speso dal dentista di fiducia. Il tutto con bassi costi di adesione. Tanto più se si accede ai premi previsti per chi fa prevenzione e controlli semestrali”. Rispetto a una polizza assicurativa, il vantaggio è che “non ci sarà nessuna selezione in partenza – precisa Ghirlanda – perché tutti, malati e non, potranno aderire al fondo. Che essendo integrativo, beneficerà di una deducibilità fiscale del 19%”.
Intanto, ogni anno 5 milioni di italiani rinunciano al dentista perché non possono permetterselo e in molti per curarsi il sorriso vanno all’estero. Con quali rischi? “In alcuni di questi Paesi dell’Est non c’è sicurezza alcuna”, avverte il presidente Andi. “In Italia – sottolinea – abbiamo dei regolamenti regionali che impongono regole nell’utilizzo dei materiali, e sulle dimensioni e l’igiene degli studi, che altrove se le sognano. E poi” spesso, nelle mete del ‘turismo odontoiatrico’, “si praticano in un giorno cure che necessiterebbero di settimane. A volte senza nemmeno garantire la disinfezione. Poi parliamo di attività dove non di rado si cela la criminalità organizzata”, denuncia Ghirlanda. “Ci sono colleghi in Puglia – riferisce – che hanno ricevuto minacce per essersi interessati del fenomeno. E molti dei loro pazienti che hanno subito danni non denunciano per paura di ritorsioni”.
“Un’altra piaga che come Andi stiamo combattendo insieme a Federconsumatori”, continua lo specialista, è quella dei falsi dentisti e odontotecnici che operano anche in Italia. Si punta “a contrastare l’abusivismo insieme alle autorità di controllo, a regolamentare meglio la pubblicità in ambito sanitario, il tutto promuovendo l’odontoiatria sociale – rimarca Ghirlanda – in modo da non gettare nelle mani degli impostori quanti non possono permettersi cure che più di tanto non possono essere economiche, se non a discapito della salute dei pazienti”.