Sanità, Respiriamo insieme: “Urgente prevenire Rsv in neonati per etica e sostenibilità”

(Adnkronos) – L’urgenza di prevenire le infezioni da virus respiratorio sinciziale (Rsv) “nei neonati deriva da ragioni sia etiche che economiche”. Essendo “un’infezione delle vie respiratorie che può caratterizzarsi per gravità fino a mettere a rischio la vita del neonato”, è chiaro che possa comportare “un forte aggravio per le famiglie che devono, nei casi più gravi, ricorrere anche a ricoveri in terapia intensiva, con l’invasività delle cure che” potrebbero avere “esiti invalidanti anche per il resto della vita del piccolo paziente. Inoltre l’infezione severa, impegnando i genitori in un’assistenza diretta di ricovero, che a volte dura anche 15-20 giorni, può avere anche risvolti economici perché ai costi sanitari diretti” si vanno a sommare quelli “indiretti dovuti all’assenza dal lavoro di uno dei genitori e le eventuali future assenze in caso di condizione invalidante, temporanea o stabilizzata, che la malattia potrebbe determinare”. Così Simona Barbaglia, presidente dell’associazione pazienti Respiriamo insieme (respiraiamoinsieme.org), illustra all’Adnkronos l’importanza di prevenire l’infezione da Rsv, prima causa di bronchiolite e di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita, immunizzando tutti i neonati con strumenti efficaci oggi disponibili come gli anticorpi monoclonali, ma che rischiano di non essere potenzialmente accessibili e non sono ugualmente accessibili su tutto il territorio nazionale.  

La prevenzione delle infezioni da Rsv “deve rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per il Servizio sanitario nazionale – aggiunge Barbaglia – e deve essere garantita a tutti i soggetti che ne hanno diritto a livello nazionale, senza disuguaglianze. Purtroppo, ad oggi, nonostante la disponibilità di strumenti di prevenzione e raccomandazioni sia dal mondo scientifico che del ministero della Salute”, la prevenzione dall’Rsv “non è ancora stata inserita nel calendario vaccinale nazionale”. L’auspicio è quindi “che la protezione da questo virus diventi una priorità e possa trovare prestissimo posto nel calendario del Piano nazionale di prevenzione”. 

Nel dettaglio, tra le Regioni ad essersi attivate per essere pronte ad erogare l’immunizzazione dal prossimo autunno, “risultano soltanto Valle d’Aosta, Lombardia, Toscana, Veneto, Trento e Bolzano – osserva Barbaglia – Il rischio delle possibili disparità è quindi reale e le resistenze, laddove presenti, sono per lo più figlie dell’organizzazione che spesso risente di carenze o limitazioni di risorse, sia economiche che di personale. Agendo su questi due fattori le criticità potrebbero essere senz’altro contenute”. Sicuramente, però, “la mancanza di una raccomandazione nazionale sta rallentando l’accesso” omogeneo “a questi nuovi strumenti di prevenzione. Ma la messa in atto di tutte le misure preventive – sottolinea – consentirà di avere un numero di casi nettamente inferiore di infezioni da Rsv nei neonati con conseguente liberazione di posti nelle terapie intensive, oltre ad abbattere l’impatto economico e garantire migliore sostenibilità dei sistemi sanitari nazionale e regionale”.  

L’associazione nazionale pazienti Respiriamo insieme Aps “dal 2014 è impegnata incessantemente e attivamente nel promuovere e tutelare la salute di tutte le persone, i pazienti adulti e minori affetti da patologie respiratorie, immunologiche, allergiche e rare del polmone – illustra Barbaglia – con l’obiettivo di garantire a tutti l’accesso al giusto percorso di cura e ridurre il peso della malattia per i pazienti e i familiari attraverso il sostegno, l’advocacy, l’educazione e la ricerca”. In questo contesto si inserisce anche la campagna di sensibilizzazione ‘Non è come sembra’, lanciata lo scorso marzo a Roma, “a cui ha presenziato anche il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia – ricorda – che ha preannunciato proprio in questa occasione l’uscita della circolare del ministero della Salute con le misure di prevenzione contro l’Rsv che è stata firmata proprio lo stesso giorno. L’obiettivo della nostra campagna, che proseguirà fino a ottobre 2024, è proprio quello di accendere i riflettori su questa problematica e tracciare importanti linee di indirizzo che portino ad accrescere l’informazione, la conoscenza, la consapevolezza e la protezione rispetto all’Rsv e ai rischi per i pazienti fragili, dai neonati agli anziani, alle persone con patologia”.  

Oltre a rappresentare “la prima causa di bronchiolite e quindi di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita, l’infezione da Rsv – rimarca Barbaglia – è causa di infezioni respiratorie acute (Ari), di bronchite asmatica e asma nei bambini, adolescenti e giovani adulti fragili, di riacutizzazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e di polmonite interstiziale con sindrome da distress respiratorio acuto (Ards) nell’anziano, soprattutto in presenza di comorbidità, determinando complicanze” anche molto gravi. In questo contesto, evidenzia, “è quindi necessario sensibilizzare, informare in ogni sede e occasione la popolazione sui rischi legati a questo virus e sugli strumenti di prevenzione esistenti. Va poi coinvolto in modo diretto il mondo sanitario sia territoriale che ospedaliero”.  

“Dal nostro confronto quotidiano con i soci o i pazienti – conclude Barbaglia – emerge una fotografia piuttosto deludente riguardo all’informazione sull’offerta preventiva a loro dedicata. E’ importantissimo intervenire quindi affinché ci siano sempre più campagne e iniziative mirate a far conoscere in modo capillare le opportunità di prevenzione vaccinale ed immunizzazione, soprattutto alle persone fragili come bambini, neonati ed anziani, oltre a chi soffre di patologie respiratorie croniche come le persone di cui la nostra associazione si prende cura”. 

(Adnkronos)