(Adnkronos) – Stop alle ‘labbra a canotto’, agli occhi da gatto e, in generale, agli eccessi di pratiche mediche e chirurgiche spregiudicate che finiscono per stravolgere i lineamenti del paziente, con effetti a volte grotteschi. E’ un appello alla moderazione quello che arriva dai 300 chirurghi plastici che si sono ritrovati a Salò (Brescia) per partecipare al congresso internazionale di chirurgia plastica Bbf 2024 nei giorni scorsi. Giunto alla ventesima edizione, il convegno promosso da Giovanni Botti, fondatore e presidente onorario dell’Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica (Aicpe), si è focalizzato quest’anno sulla chirurgia plastica facciale e sulle tecniche di ringiovanimento del volto con un particolare focus su un approccio etico alla chirurgia, che rifiuta le esagerazioni nel rispetto della naturale evoluzione dei tessuti che accompagna la vita di ogni persona.
I chirurghi hanno dimostrato in particolare come il rilassamento e i cambiamenti di volume dei tessuti molli di viso e collo dovuti all’età possano essere contrastati efficacemente senza l’utilizzo di materiali sintetici, ristabilendo le proporzioni originarie di un volto. “Può sembrare paradossale che siano proprio dei chirurghi plastici a scagliarsi contro certi eccessi, ma bisogna stare attenti a non confondere la medicina seria da tutte quelle pratiche, in primis le troppe ‘punturine’, che vengono svolte ormai con disinvoltura da personale poco qualificato”, sottolinea Chiara Botti, docente di chirurgia plastica presso la Scuola di specializzazione delle università di Padova e Verona. “Non si tratta solamente di competenze – precisa – ma anche dell’approccio etico che deve guidare ogni medico e la sua capacità di valutare di volta in volta non solo il come, ma se sia giusto o meno soddisfare certe richieste del paziente”.
Gli specialisti intervenuti all’evento gardesano hanno anche analizzato l’impatto sulla salute di alcune pratiche particolarmente diffuse, come l’iniezione di filler a base di acido ialuronico. Ad esprimere dubbi su queste pratiche è stato in particolare Dirk Richter, past president di Isaps (Società internazionale di chirurgia plastica estetica), che ha evidenziato come all’acido sarebbe preferibile l’utilizzo di tessuti autologhi, come il grasso, per evitare danni a lungo termine. Tra gli argomenti trattati anche gli scenari futuri sul trattamento di tessuti danneggiati con cellule staminali derivate da quelle adipose. Una tecnica ancora in evoluzione, ma molto promettente secondo gli specialisti. Le ultime novità in questo campo sono state presentate da Guy Magalon, professore emerito all’università di Aix-Marseille.
I progressi della scuola italiana di chirurgia sono evidenziati anche dalla particolare tecnica di blefaroplastica perfezionata da Chiara Botti. Una nuova metodologia operatoria che estende l’uso di soluzioni mini-invasive precedentemente riservate a soggetti giovani e dai tessuti tonici a pazienti di ogni età. La tecnica diventa determinante in caso di prevenzione e terapia dello scleral show, quando si verifica cioè la discesa del margine palpebrale inferiore, e garantisce un recupero post operatorio più breve, paragonabile a quello di un intervento eseguito in endoscopia.
I proventi delle iscrizioni al congresso verranno devoluti a progetti di assistenza e associazioni di volontariato. Sono oltre 460mila euro i fondi che in questi vent’anni hanno finanziato attività in Italia, Africa e Sud America.