(Adnkronos) – “Non è ancora chiaro se la morte di Richard Slayman sia stata causata dal trapianto stesso o da altre complicazioni, ma questa notizia lascia sicuramente un’amara sensazione di delusione per chi aveva sperato che questa tecnica potesse portare ad una svolta nel campo dei trapianti solidi. Nonostante questo tragico epilogo, va sottolineato che il trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato ha aperto una nuova era nel campo della trapiantologia. Questa tecnica potrebbe rappresentare una soluzione per molte persone in attesa di un trapianto, ma è necessario continuare la ricerca per migliorare la tecnica e rendere più sicuri ed efficaci gli xenotrapianti”. Ne è convinto Loreto Gesualdo, ordinario di Nefrologia presso l’Università di Bari e presidente della Fism, Federazione delle società medico-scientifiche italiane, che con l’Adnkronos Salute commenta la notizia della morte dell’uomo di 62 anni sottoposto 2 mesi fa a trapianto con un rene di maiale geneticamente modificato presso il Massachusetts General Hospital.
L’ospedale ieri aveva subito precisato che “nulla fa pensare che Slayman abbia perso la vita per l’operazione”, riportava il ‘Guardian’. Gesualdo va oltre e sottolinea “l’importanza della donazione degli organi umani, che rimane la soluzione principale per molte persone in attesa di un trapianto. In Italia, purtroppo, al momento non è possibile utilizzare gli xenotrapianti – precisa – ma è fondamentale essere pronti a questa nuova sfida e investire nella ricerca per poter offrire nuove speranze ai pazienti in lista d’attesa. In questo momento di dolore per la perdita di Richard Slayman, è importante guardare al futuro e continuare a lavorare per migliorare le tecniche di trapianto e offrire nuove speranze a chi soffre”, conclude.