(Adnkronos) – Responsabilità delle imprese, come sottolineato nel recente Trattato del Quirinale che ha tra i suoi obiettivi quello di rilanciare la competitività soprattutto in materia di Life Science grazie anche al tema di responsabilità sociale. Proprio a questo proposito la Camera di commercio francese ha dato vita a un club dedicato alla responsabilità sociale d’impresa.
“Il club Csr della Chambre è stato lanciato nel 2020 con l’obiettivo di creare una piattaforma di dialogo, scambio e riflessione sui temi legati allo sviluppo sostenibile che, oggi più che mai, non può prescindere dalle aziende – afferma Denis Delespaul, presidente della Camera di commercio francese – Le aziende che fanno parte di questo club, come Sanofi, si impegnano nel loro quotidiano, ognuna secondo le proprie linee guida, per la diffusione di una cultura aziendale responsabile, etica e sostenibile. Ma il club Csr ha un valore aggiunto, le azioni coordinate che un pool di aziende si impegna a concretizzare: programmi di formazione, sostegno, sviluppo e reinserimento che coinvolgono in maniera diretta le persone e i territori. Le problematiche infatti sono trasversali e ognuna di queste aziende, nel suo specifico settore di attività, contribuisce alla ricerca di soluzioni con know how diversi. Inoltre, l’eccezionale complementarità tra Francia e Italia crea un’alchimia unica; insieme siamo più forti”.
“All’inizio della pandemia – ha raccontato Francois Revardeaux, console generale di Francia a Milano – abbiamo capito come uno strumento come la mascherina fosse strategico per la nostra vista e abbiamo scoperto come praticamente non si producessero più mascherine in Europa. Eravamo dipendenti da India e Cina. Durante la crisi uno dei problemi maggiori è stata la difficoltà di a far capire ai cittadini le decisioni a causa della mancanza di coordinamento tra gli Stati. Quello che era permesso da una parte, era vietato dall’altra. I cittadini avevano invece bisogno di chiarezza e di nozioni coordinate per non cadere preda delle teorie del complotto. Il Trattato del Quirinale Italia -Francia vuole creare questo coordinamento, un riflesso bilaterale per una discussione tra gli Stati prima di prendere decisioni o di andare a fare discussioni a Bruxelles. Non ci sarà sempre unità di vedute, ma sarà un passo in avanti”.
“Bisogna avere la cultura di mettere la salute come un investimento e non come un costo al centro della vita delle persone – ha spiegato Marcello Cattani presidente e amministratore delegato di Sanofi, Italia e Malta – che significa cultura della prevenzione, dello stile vita partendo dall’attività sportiva e dall’alimentazione fino alle cure. Le cure oggi rappresentano un valore che danno un impatto diretto: sto meno in ospedale, guarisco prima e indiretto: lavoro meglio, ho una migliore qualità della vita, consumo meno prestazioni previdenziali. Questa è una visione olistica in cui l’industria farmaceutica è una eccellenza, per competenze e per attività di ricerca e sviluppo che viene fatta nel nostro paese. Ma abbiamo bisogno di regole nuove che sposino l’innovazione con tempi di accesso ai farmaci più brevi a livello nazione e regionale, e anche politiche che siano attrattive e sostengano gli investimenti. Lo scenario è cambiato, è globale, dobbiamo essere meno dipendenti da farmaci e da ingredienti di provenienza indiana e cinese e quindi concorrere con gli altri paesi europei alla sovranità della produzione farmaceutica e della salute dei cittadini europei”.
“Siamo di fronte ad una tempesta perfetta – ha spiegato Delespaul – in cui alla crisi finanziaria sono succedute una pandemia e ora una crisi politica dovuta alla guerra. Francesi e italiani sono diversi ma estremamente complementari e possono aiutarsi a superare questa situazione”.
“Questa collaborazione con la Camera di commercio francese rinsalda ulteriormente la partnership tra i due paesi – ha chiuso Cattani – ed in particolare lungo la filiera della salute che ricordiamo parte dalla ricerca e sviluppo, la produzione e la distribuzione. La Francia ha investito con un piano decennale 7 miliardi e mezzo di euro, è un esempio, e la politica italiana deve seguire questo esempio per accelerare la corsa verso l’innovazione e per rendere l’Italia più competitiva e attrattiva; la competizione è globale, anche sulle competenze. Oggi i laureati italiani vanno all’estero perché trovano condizioni di lavoro migliori. Noi dobbiamo tenerli in Italia e dare delle prospettive di crescita, opportunità e sviluppo perché siamo una eccellenza e non possiamo permetterci che ci vengano strappati da altri Paesi”.
Le aziende giocano un ruolo strategico per il benessere della cittadinanza, così come le Istituzioni locali hanno il compito di creare, e contribuire a mantenere con politiche mirate, un ambiente fertile volto a promuovere sinergie e collaborazioni tra i diversi attori economici e sociali del territorio, come dichiarato dall’assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione della Regione Emilia Romagna, Vincenzo Colla: “Sicuramente in Emilia Romagna non abbiamo mai smesso di investire sulla salute. Abbiamo però bisogno di fare più prevenzione. L’ospedale è l’azienda che meno clienti ha, meglio è”.
La tutela del benessere fisico, psichico e sociale della persona deve essere uno degli obiettivi della politica. “Lo è – continua Colla – e lo dimostrano il patto per il lavoro e per il clima, collegato in particolare allo sviluppo della Sport Valley. E anche nella nuova strategia di specializzazione intelligente (S3) 2021-2027, il documento che individua gli ambiti strategici per la competitività del nostro territorio e a cui destineremo le risorse europee, abbiamo ribadito fra gli obiettivi prioritari trasversali il benessere, la nutrizione e la qualità della vita, anche attraverso l’innovazione tecnologica e la ricerca nelle life-science. Da poco, ad esempio, è stato rinnovato il protocollo di intesa tra Regione, Wellness Foundation e Università di Bologna, che prevede interventi in diversi ambiti: salute e prevenzione, educazione, promozione del territorio, ricerca, ma anche sviluppo economico sostenibile. Vogliamo infatti sostenere azioni per la promozione e diffusione di progetti, buone pratiche e iniziative pilota anche presso le imprese, che favoriscano l’adozione di stili di vita sani e attivi sui luoghi di lavoro, per contrastare le patologie croniche e migliorare il benessere dei lavoratori. Sono convinto che un tessuto imprenditoriale attento e dinamico come quello di Parma, in sinergia con i soggetti istituzionali, accademici, sociali e di ricerca del territorio, potrà portare un contributo importante anche in tal senso”.