Tumori, all’Ieo di Milano ‘il sistema di terapia protonica più avanzato d’Europa’

(Adnkronos) – Hanno viaggiato a lungo via terra e via mare e adesso sono in arrivo all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano: prima un ciclotrone da 55 tonnellate e poi un gantry da 70, componenti di ‘Proteus One’, il macchinario “più avanzato a livello internazionale per la terapia con protoni. Per la prima volta in Italia – annunciano dall’Irccs fondato da Umberto Veronesi – viene installato un sistema compatto di protonterapia all’interno di una struttura costruita appositamente per ospitarlo. Ieo Proton Center è infatti il primo caso di edifico progettato e realizzato su misura per l’apparecchiatura di protonterapia, la forma più innovativa di radioterapia di altissima precisione”. 

“Lo Ieo Proton Center disporrà di un sistema di terapia protonica di ultima generazione (compact single room), non ancora presente in Italia – afferma Roberto Orecchia, direttore scientifico Ieo e tra i massimi esperti in radioterapia – Sarà inoltre il primo Centro di protonterapia in Italia all’interno di un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs). E’ un primato importante prima di tutto per i nostri pazienti”, perché “Ieo Proton Center andrà ad ampliare l’offerta di cure Ieo e la stretta collaborazione tra tutti i dipartimenti garantirà ai circa 700 nuovi pazienti che ogni anno potranno accedervi il miglior trattamento terapeutico disponibile per la loro patologia”.  

“Abbiamo scelto 6 anni fa di investire nella protonterapia perché rappresenta una delle maggiori innovazioni nella cura dei tumori degli ultimi 10 anni – dichiara Mauro Melis, amministratore delegato Ieo – La pandemia ha creato enormi problemi organizzativi, ma non ci ha mai fermato. Siamo riusciti nei tempi previsti a costruire il primo edificio progettato su misura per ospitare il sistema protonico compact single room, adiacente all’attuale radioterapia, senza mai interferire con l‘attività clinica. Le apparecchiature andranno ora installate e testate con processi accuratissimi, ma ci permetteranno fra poco più di un anno, nell’autunno 2023, di offrire ai nostri pazienti trattamenti di protonterapia ai massimi qualitativi standard esistenti”. 

“I vantaggi clinici della cura con protoni sono numerosi – sottolinea Orecchia – primo fra tutti la riduzione del rischio di tumori secondari indotti dai raggi. E’ inoltre un primato importante per la ricerca scientifica e dunque potenzialmente per tutti i pazienti oncologici. La protonterapia è in continua evoluzione – evidenzia lo specialista – anche in combinazione con altre discipline come chirurgia, chemioterapia, farmaci molecolari o altre metodiche radioterapiche. La radioimmunoterapia ad esempio è un’applicazione promettente che associa l’azione della radioterapia e dell’immunoterapia, per trasformare il tumore in un vaccino contro se stesso, attivando il sistema immunitario del paziente. Si è scoperto che la terapia con protoni può ottenere una risposta dal sistema immunitario decisamente superiore alla radioterapia tradizionale. Le ipotesi scientifiche di utilizzo della protonterapia si stanno ampliando enormemente e sono oltre 150 gli studi di validazione e approfondimento in corso nel mondo. Intanto i centri di protonterapia si stanno moltiplicando in tutti i Paesi ad alto tasso di sviluppo”.  

“Con il nuovo centro Ieo contribuiremo a questo movimento scientifico internazionale – assicura il direttore scientifico – oltre a rispondere a un bisogno di cure del Paese riconosciuto dal ministero della Salute, che nel 2015 ha fatto rientrare la protonterapia fra le cure salvavita”. Attualmente in Italia si stima infatti che i malati candidabili a protonterapia siano circa 7mila, una domanda che i soli tre centri operativi nel nostro Paese già oggi non possono soddisfare, precisano dall’Ieo. Se poi gli studi scientifici in corso confermeranno le aspettative, in Italia la domanda di terapia protonica potrebbe riguardare il 16% di tutti i pazienti oncologici, prospettano gli esperti.  

L’Istituto superiore di sanità, nelle sue raccomandazioni per l’uso dei protoni del 2021 – ricorda una nota dell’Irccs milanese – indica che i maggiori vantaggi si ottengono nel trattamento di tumori solidi in pazienti pediatrici, tumori localizzati in sedi critiche perché circondati da strutture sensibili, tumori poco responsivi alla radioterapia convenzionale e per i quali è utile un approccio di dose-escalation, oltre che nei casi in cui occorre ridurre la tossicità complessiva dovuta al trattamento di ampi volumi in associazione a chemioterapia concomitante. 

(Adnkronos)