(Adnkronos) – “Ci lascia allibiti e sconcertati constatare che nessuno intervenga”, ma che “anzi molte Regioni del Nord Italia, non essendo passato il decreto cosiddetto ‘Taglia code’, stanno autorizzando le farmacie ad eseguire screening diagnostici, riconoscendo fondi. Per tali ragioni, chiediamo sostegno alle autorità, in particolar modo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante e tutore della legge e della Costituzione, e preannunciamo una prossima manifestazione massiva a settembre, restando in attesa di una convocazione del ministero della Salute, chiesta ormai da mesi, ma a cui non ha fatto seguito alcun riscontro, probabilmente perché non siamo importanti come i farmacisti”. Rinnova la richiesta di un incontro la Uap, l’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata, presieduta da Mariastella Giorlandino, che per giovedì 27 giugno annuncia intanto una “conferenza stampa alla Camera dei Deputati”, alle 16.
“Auspichiamo che il ministro” Orazio Schillaci “possa convocare le associazioni di categoria aderenti alla Uap, per portare chiarezza sullo stato della sanità italiana, per ribadire che qualsiasi attività sanitaria deve essere svolta da strutture che siano in possesso dei 420 requisiti di cui al decreto legislativo n. 502/1992, che occorrono specialisti competenti e che la gestione della salute dei cittadini non può essere devoluta ad un farmacista o ad una struttura dotata di autorizzazione comunale”, incalzano gli ambulatori privati in una nota.
“Le dichiarazioni rilasciate ieri dal sottosegretario Marcello Gemmato sulla trasmissione ‘Report’ hanno lasciato del tutto sgomenti, e infatti, pur essendo farmacista di storica data, ha ammesso che sui test eseguiti in farmacia non esiste alcuna procedura o garanzia, né che ci sia la firma di chi li esegue. Al contrario, il ministro della Salute, da eccellente professionista quale è, è rimasto esterrefatto da tale affermazione, ben sapendo che non può essere rilasciato nessun risultato clinico o referto senza la firma del medico responsabile. Che cosa accade, quindi?”, domanda la Uap. “Ci chiediamo, con quale spirito e quali procedure future i cittadini saranno tutelati? Quali motivi verranno addotti per far sì che le farmacie possano esercitare attività mediche in deroga alle normative vigenti?”. E infine, conclude l’unione degli ambulatori privati, “come possono le farmacie, prive di autorizzazioni regionali e requisiti, togliere ai 95.000 laboratori presenti sul territorio una fetta di esami convenzionati senza rilasciare una diagnosi certa dell’esame eseguito, a cui peraltro viene riconosciuto un maggior rimborso rispetto a quanto attribuito agli ospedali pubblici e ai laboratori e poliambulatori convenzionati?”.