Ue verso stop bisfenolo A in contenitori alimenti, soddisfazione medici ambiente

(Adnkronos) – “Accogliamo con soddisfazione l’indirizzo della Commissione europea di voler bandire il bisfenolo A dai contenitori per alimenti. In questo modo l’Europa dimostra di muoversi nella direzione di una maggiore protezione della salute umana e di una vera prevenzione primaria che mira a rimuovere le esposizioni a contaminanti chimici e interferenti endocrini dalla nostra quotidianità”. Lo scrive in una nota il presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima) Alessandro Miani, commentando il regolamento europeo per vietare l’uso del bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti. 

“Non va dimenticato – sottolinea – che il bisfenolo A è una molecola simile agli estrogeni, sintetizzata artificialmente e all’inizio progettata per usi medici, ma che ha poi trovato impiego in maniera quanto meno azzardata come componente di prodotti in plastica, persino nei biberon, diventando ubiquitariamente presente nell’ambiente e con ciò configurando un esempio eclatante di mancata applicazione del principio di precauzione sancito all’articolo 191 dei Trattati di funzionamento dell’Unione europea”. L’epidemiologo Prisco Piscitelli, vicepresidente Sima, ricorda che “dal 2006 ad oggi sono stati pubblicati circa 300 studi sugli effetti del bisfenolo A e i suoi meccanismi d’interferenza con il sistema metabolico dell’uomo e della donna. Le evidenze scientifiche indicano che il bisfenolo A sia presente come contaminante anche nei feti in epoca prenatale. I dati sui danni alla salute indotti da questa sostanza si accumulano anno dopo anno: da uno studio della Columbia University di New York su oltre 1.200 bambini sappiamo che la presenza di bisfenolo A nelle urine si associa a sviluppo di obesità infantile a partire dai 7 anni di età, ma anche ad insulino-resistenza e diabete con elevate concentrazioni di emoglobina glicata”.  

Alcuni “studi – prosegue Piscitelli – ne suggeriscono anche un possibile effetto negativo sull’apparato cardiovascolare, con aumento del rischio di sindrome metabolica, aumento del grasso viscerale, aterosclerosi, ipertensione, ipertrofia miocardica e infarto. Altri ambiti oggetto di studio da parte dei ricercatori in merito all’esposizione al bisfenolo A riguardano il diabete gestazionale, la sindrome dell’ovaio policistico, l’infertilità maschile e persino il tumore al seno. Più in generale, si tratta di una sostanza per la quale non sono ancora noti tutti i meccanismi di azione innescati da stress ossidativo o anche da danno epigenetico ed è per questo che è assolutamente necessario adottare un atteggiamento prudenziale a maggior tutela della salute pubblica. L’orientamento della Commissione europea rappresenta quindi una risposta quanto mai opportuna, anche se tardiva”. 

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