(Adnkronos) – “Le patologie che individuano i pazienti più fragili sono diversificate: oncologiche, dell’apparato respiratorio o che prevedono un trapianto. Ma il paziente può essere fragile perché assume farmaci immunosoppressivi o anche soltanto perché in età più avanzata, oltre i 65 anni. In tutti questi casi c’è un maggior rischio, a esempio, di infezione pneumococcica o di riattivare lo Zoster. Ecco perché dobbiamo utilizzare i vaccini che abbiamo a disposizione per questi pazienti fragili”. Sono state le parole di Loredana Sarmati, professoressa di Malattie infettive Università Tor Vergata, in occasione del convegno organizzato dalla Uoc di Malattie infettive, sul Centro vaccinale ospedaliero (Cvo) per soggetti fragili e immunocompromessi, attivato nel maggio 2023 presso il Policlinico di Tor Vergata (Ptv). La finalità dell’evento è stata quella di presentare il lavoro fatto fino ad oggi dal Cvo del Ptv, dando parola a tutti gli specialisti e agli ambiti di patologia coinvolti nel progetto vaccinale nell’ospedale con numeri di pazienti e tipologia di vaccini somministrati.
“Il centro è partito ritagliando spazi di personale e di attività specialistica e soprattutto coinvolgendo i referenti dei diversi centri specialistici: la gastroenterologia, la neurologia, i centri trapianti. Tutti questi settori hanno cominciato a lavorare e ci hanno inviato i primi pazienti – ha spiegato Sarmati facendo un bilancio dell’attività del centro -. Abbiamo cominciato con i vaccini per prevenire l’Herpes zoster, il primo nuovo vaccino per i fragili. Poi, in particolare nel periodo pre-influenzale, ci siamo concentrati sulle infezioni respiratorie e sul Covid ma anche su quella pneumococcica. Adesso ci stiamo orientando e ulteriormente specializzandoci nei diversi settori”.
Come nel caso dei rischi legati al virus respiratorio sinciziale e alla loro prevenzione: “Il respiratorio sinciziale, è un virus legato a patologie respiratorie anche gravi del bambino molto piccolo. Di fatto, negli ultimi anni ormai lo conosciamo come un virus anche dell’anziano bronchitico cronico, che si aggiunge a tanti virus respiratori, dall’influenza al Covid. Avremo a breve un vaccino con un grande vantaggio per queste categorie di soggetti“. I centri vaccinali ospedalieri sono stati “stimolati a comparire già dal vecchio Piano nazionale di prevenzione vaccinale. È stato rinnovato l’invito ad aprire i centri all’interno degli ospedali dal nuovo Piano, in quanto all’ospedale il paziente fragile entra ed esce e soprattutto ha i suoi medici di riferimento, sia nelle patologie neurologiche, sia nelle patologie oncologiche”. Ciò “aiuta lo specialista a parlare con il centro per individuare tempi migliori per vaccinare il paziente e anche le scelte di vaccini più appropriati per quella situazione e per quella fragilità. Sul territorio invece – chiosa – è meno facile entrare in contatto con i centri specialistici”.