(Adnkronos) – “Per i pazienti affetti da tumore del polmone al momento disponiamo di un’arma fondamentale, il programma di screening per arrivare ad una diagnosi precoce. Per questo motivo chiediamo al nuovo governo e, in particolare, al ministro della Salute Orazio Schillaci, di implementare e investire maggiori risorse per dare a tutti i pazienti la possibilità di accedere agli screening polmonare su tutto il territorio nazionale”. Così Stefania Vallone, segretario del direttivo dell’Associazione Walce onlus (Women Against Lung Cancer in Europe), a margine del seminario ‘Equità di accesso in Oncologia’, questa mattina a Roma.
Il tumore del polmone, stima l’Aiom, è la terza neoplasia più diagnosticata in Italia, la seconda nella popolazione maschile, con circa 28mila diagnosi l’anno. Non solo: questo tumore oggi è il secondo tumore più comune nel mondo, dopo quello al seno. Ogni anno, infatti, vengono diagnosticati circa 2.2 milioni di nuovi casi, e costituisce nel mondo la principale causa di morte per neoplasia. Secondo i dati di Walce, in Italia le nuove diagnosi di tumore del polmone nel 2020 sono state 40.800. La possibilità di sviluppare questa malattia nel corso della propria vita è oggi, nel nostro Paese, di 1 su 10 negli uomini e di 1 su 35 nelle donne. Un dato degno di nota è l’aumento della diffusione di questa malattia nella popolazione femminile.
I tumori del polmone comprendono diversi sottotipi: in particolare, il più comune di essi è il tumore polmonare non a piccole cellule, che rappresenta l’85% di tutti i casi. Di questi, solo circa il 30% risulta operabile alla diagnosi. “Oltre agli screening, oggi possiamo contare anche su terapie oncologiche mirate attraverso l’esecuzione di Next generation Sequencing (Ngs) – ricorda Vallone – una metodica che individua la presenza di eventuali alterazioni genetiche che possono essere bersaglio di queste terapie, garantendo un importante livello di appropriatezza delle cure. Per questo motivo chiediamo al nuovo Esecutivo di inserire questi test all’interno dei Livelli essenziali di assistenza perché per noi rappresentano un momento fondamentale per poter offrire ai pazienti, non solo con tumore del polmone, l’opportunità di essere trattati con nuove terapie mirate che hanno dimostrato buoni risultati in termini di lunga sopravvivenza e di buona qualità della vita”, conclude.