Variante Delta, Brusaferro: “Fino a 110% più contagiosa”

La variante Delta può essere fino a 110% più contagiosa. A sottolinearlo Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di regia. “L’aumento della trasmissibilità della variante Delta è stimata tra il +33-+110% e quindi nello scenario peggiore si ipotizza una trasmissibilità nel limite superiore pari a 1.3” ha affermato l’esperto aggiungendo: “Con questo tipo di dati, le proiezioni allo stato attuale mostrano che nel mese di agosto potrebbero esserci un aumento di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva con centinaia di casi in più”. “Ma in tutti gli scenari questi dati sono inferiori alle soglie critiche”, ha precisato. 

“La variante Delta è proiettata ad essere dominante nelle prossime settimane”, ha precisato Brusaferro. “E’ quindi importante tracciare i contatti e prevedere le quarantene ed è opportuno raggiungere quanto prima la copertura vaccinale con la doppia dose. Questa è una delle priorità”, ha aggiunto. 

“A livello europeo si cominciano a vedere parti del continente dove la situazione del virus” Sars-CoV-2 “è particolarmente intensa. Colpisce il dato della Spagna, che in alcune zone ha un colore rosso scuro, e l’Olanda, ma anche aree come Cipro e l’isola di Creta dove il colore” che evidenzia un’intensificazione dei contagi, “si sta rapidamente scurendo”. Si vede anche “nelle zone del Sud della Francia. Questo si traduce in una curva in rapida crescita” in tali aree. E in questo quadro anche “l’Italia comincia a muoversi”, ha spiegato. 

L’indice di contagio “Rt è in crescita e passa dallo 0.66 della settimana precedente allo 0.91 di questa settimana e cominciano ad esserci regioni che con l’Rt puntuale vanno sopra il valore di 1 anche se tutte con l’intervallo di confidenza più basso sono sotto” questa soglia. “L’Rt aumentato, cioè proiettato avanti di una settimana”, segnala 1.24. E anche l’Rt ospedaliero è in crescita” ora ed “è coerente, perché questo indice è in ritardo rispetto alla crescita dell’Rt sintomatici”. Ci sono dunque “indicatori di una trasmissione in fase di ricrescita. E sappiamo che con Rt sopra 1 il numero di casi tende ad aumentare”, ha detto ancora il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss). 

“Il numero dei comuni con almeno un caso non decresce, sono 2.267 e la scorsa settimana erano 2.167. In molte regioni c’è un’inversione con ricrescita dei casi. Le fasce d’età più colpite sono 10-19 anni e 20-29anni, indice di una popolazione giovanile che contrae di più l’infezione in questa fase”, ha affermato. 

“Soltanto il 57% nella fascia 60-69 anni ha completato il ciclo vaccinale” anti-Covid, “nel caso dei 70-79enni solo il 74%. E sappiamo che oggi nel nostro Paese sono circa due milioni e mezzo le persone con più di 60 anni che non hanno” proprio “iniziato la vaccinazione. Si tratta di un bacino d’utenza particolarmente critico in una fase in cui la circolazione del virus sta riprendendo e procederà nella sua diffusione. E’ estremamente importante proteggere queste persone”, far sì che “si proteggano per evitare gli effetti più critici” dell’infezione, ha quindi sottolineato. 

“Questa è una fase” della campagna vaccinale “in cui stiamo completando il ciclo vaccinale, un passaggio estremamente positivo perché sappiamo che con la variante Delta i vaccini sono efficaci soprattutto con la seconda dose. Però abbiamo dei limiti che dobbiamo cercare di compensare nel più breve tempo possibile. Negli over 80 il 90% ha completato il ciclo vaccinale, ma più decresciamo più la quota di chi ha completato il ciclo vaccinale si riduce. Ad esempio, nella fascia 60-69 anni solo il 57% ha completato vaccinazione”, ha spiegato.
 

(Adnkronos)