Sanremo 2024, Dargen D’Amico: “Perché fa rumore un mio cessate il fuoco? Perché la politica non l’ha detto”

Tra i protagonisti più discussi di questa edizione del Festival di Sanremo c’è senza dubbio Dargen D’Amico: il suo brano in gara si intitola ‘Onda Alta’ e affronta la complessa tematica delle migrazioni. 

Senza lasciarsi ingannare dal suo look stravagante, dagli occhiali da sole e dall’attitudine da anima della festa, l’artista, classe 1980, riesce con ironia ad attirare l’attenzione sui problemi che attanagliano l’Europa e che troppo spesso rischiamo di non vedere.

Lo ha fatto sul palco dell’Ariston con la sua canzone, lo sta facendo a Edicola Dargen, lo spazio creato in piazza Muccioli dove ogni giorno vengono organizzati incontri con personalità di caratura nazionale (come Cecilia Strada) per discutere e approfondire l’argomento. 

Per lui si tratta della seconda partecipazione al Festival di Sanremo: nel 2022 aveva portato in gara il tormentone ‘Dove si balla’: “In entrambi i brani che ho portato a Sanremo mescolo sonorità fredde ed elettroniche. Entrambe sono state scritte guardando all’esterno e non dentro di me, e parlano di un senso di smarrimento comune”. 

A chi lo ha accusato di fare politica, risponde con convinzione: “Siamo cresciuti in Italia, un paese che è sempre stato una grande comunità. Fino a poco tempo fa si viveva con le porte aperte, mangiavi e bevevi protetto. Trovo quindi surreale chiedere se siamo tutti d’accordo sul cessate il fuoco: i bambini devono poter andare a scuola, i malati devono sentirsi sicuri in ospedale. Il cessare il fuoco è una necessità ed è una questione di civiltà, non è fare politica”.

Perché fa più rumore un mio cessate il fuoco? Perché la politica non l’ha detto – prosegue l’artista -. Credo che anche in politica questa linea sia condivisa, ma non è sempre possibile dirlo. Se però la politica non riesce a insegnare l’empatia alle generazioni più giovani non riesce a insegnare nulla. Poi sono italiano, ho dei pregiudizi, e ritengo siano anche giustificati. Credo anche che siamo spesso anestetizzati da troppi impulsi, vediamo immagini drammatiche mescolate a pubblicità, e spesso tante cose ci sembrano normali anche se non lo sono”. 

Nella serata cover eseguirà dei componimenti di Ennio Morricone in compagnia della BabelNova Orchestra: “Trovo che Morricone sia una delle figure melodiche più rappresentative della musica italiana, è stato uno dei primi beatmaker e racconta un altro punto di vista delle tematiche del brano Onda Alta. Poi ‘La leggenda del pianista sull’oceano’ parla di vita in mare e si collega a un mio pezzo su Modigliani, tutto sembrava andare nella stessa direzione in questa mia partecipazione al Festival”.

L’Eurovision? Mi piace vivere il presente, non credo di essere un degno rappresentante della produzione musicale in Italia. Mi sembra improbabile, ma se fosse ne riparleremo”.