A 80 anni dalla morte Bozzolo ricorda Giuseppe Paccini, il musicista che incantò Notre-Dame

Un ritratto di Paccini

BOZZOLO – Ricorreva ieri l’ottantesimo anniversario della morte del compositore bozzolese Giuseppe Paccini, figura tanto straordinaria quanto poco conosciuta al grande pubblico, a cui è dedicata una via del paese. Nato a Bozzolo il 23 agosto 1876, la sua vita fu segnata fin da subito da un destino tragico e luminoso insieme.

Nel 1878, all’età di appena due anni, un incidente drammatico cambiò per sempre il corso della sua esistenza: lo scoppio di un ordigno gli causò la perdita totale della vista e gli sfigurò parzialmente il volto. Questo evento, pur traumatico, contribuì ad accentuare la sua naturale predisposizione per la musica. Affidatosi completamente al suo orecchio, Paccini intraprese un percorso di studi musicali che lo portò a diplomarsi col titolo di maestro compositore.

Dotato di un talento fuori dal comune, divenne organista e si esibì in numerose città italiane ed europee, tra cui Parigi, Milano e Mantova. Il 1900 fu un anno cruciale nella sua carriera: selezionato per rappresentare Milano a un prestigioso concorso organistico a Parigi, Giuseppe Paccini conquistò il primo posto. L’illustre maestro Louis Victor Vierne lo premiò con una medaglia d’oro e con le Iodi, segno di massimo riconoscimento. Non solo: ebbe anche l’onore – come amava ricordare lui stesso – di inaugurare il nuovo organo della cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Un traguardo memorabile per un uomo che aveva perso la vista ancora bambino.

Tornato a Bozzolo, Paccini non cessò di diffondere la sua passione per la musica. Fu organista del paese e stimato insegnante. Tra le sue composizioni si contano numerosi brani sacri e due opere liriche: Alessandra, rappresentata a Milano nel 1901, e Derochette.

Morì il 6 maggio 1945, proprio a Bozzolo, dove tutto aveva avuto inizio. A lui è dedicata una via del paese e il suo nome è ancora vivo anche grazie a due pubblicazioni: un CD realizzato nel 1996 dal Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova, che raccoglie alcune sue composizioni, e un libro biografico curato da Maria Teresa Balestreri.