Il conflitto in Ucraina può mettere in crisi l’export verso la Russia. Tra il 2013 e il 2021 -61,3% per le imprese mantovane

MANTOVA – Quello delle sanzioni economiche-finanziarie da imporre alla Russia, come punizione, per l’attacco all’Ucrania è un tema importante, che sta tenendo banco nelle sedi dei Governi europei, ma non solo. Le aziende stesse già pensano alle conseguenze che possono arrivare nel settore dell’export.

Nel teatro di guerra – Russia e Ucraina – il complesso delle esportazioni lombarde negli ultimi 12 mesi ammonta a 2.624 milioni di euro (81% verso la Russia) mentre l’import raggiunge i 1.623 milioni di euro determinando un saldo positivo per 991 milioni.

Le conseguenze del precedente conflitto russo-ucraino di otto anni fa si sono scaricate interamente sulle esportazioni verso la Russia. Tra il 2013 e il 2021, infatti, per la Lombardia – prima regione per ammontare dell’export verso la Russia (2,1 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi, pari al 28% del totale Italia) – si rileva un calo accumulato del -30,4%, in linea con quello nazionale ma più ampio di quello registrato dalle altre principali regioni manifatturiere (Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto). Il mercato russo in questi anni è comunque sempre rimasto tra i primi top 20 per ammontare dell’export, perdendo però posizioni e passando dalla 7^ occupata nel 2013 alla 14^ del 2021. Tra i prodotti più venduti dalle imprese lombarde in Russia, la diminuzione è stata pesantissima per Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (-54,7%), Prodotti alimentari (-49,3%), Mobili (-46,8%), Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-45,8%), Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-44,1%) e Prodotti tessili (43,2%). Tra le principali province per contributo all’export diretto a Mosca, le conseguenze più gravi in termini di crollo dell’export verso la Russia, tra il 2013 e il 2021, si sono registrate a Mantova (-61,3%), Varese (-59,7%) e Como (-54,4%).

Il rischio è che ora si ripeta quanto già avvenuto in Russia dove, abbiamo venduto prodotti per un valore di 2.121 milioni di euro negli ultimi 12 mesi (IV trimestre 2020-III trimestre 2021), con una crescita nei primi nove mesi del 2021 del 17% rispetto al 2020, ma ancora inferiore dell’1,4% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019.

Tra i prodotti lombardi più apprezzati a Mosca vi sono macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati per 527 milioni di euro (pari al 33,1% del made in Lombardia in Russia). Seguono i prodotti chimici per 237 milioni di euro (14,8%) e gli articoli di abbigliamento per 182 milioni di euro (11,4%).

I settori con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese – alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altra manifattura – vendono in Russia prodotti per 627 milioni di euro negli ultimi 12 mesi, pari al 30% delle nostre esportazioni manifatturiere nel Paese. Nel corso degli anni 2013-2021 il calo cumulato dell’export dei settori di MPI è del -37,8% (>-30,4% del totale manifatturiero). Tra le province che contribuisco ad oltre l’1% dell’export di MPI verso il mercato di Mosca si rilevano riduzioni, nel corso degli 8 anni in esame, più accentuate a Mantova (-83,0%), Lecco (-67,6%) e Varese (-59,5%). Tra i prodotti realizzati in settori a maggior concentrazione di MPI quelli più richiesti dal mercato russo sono Abbigliamento, Metalli e Mobili; mentre quelli che hanno registrato riduzioni più pesanti tra il 2013 e il 2021 sono Legno (-57,0%), Metalli (-54,7%) e Alimentare (-49,3%).

“Il pensiero va prima di tutto alla popolazione ucraina che si è svegliata già ieri con un’alba di guerra – sono le parole di Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia – Il nostro appello è uno: si lavori per la pace, per salvare vite umane. Bisogna fermarsi subito perché le conseguenze umanitarie ed economiche di un conflitto del genere sono drammatiche”