MANTOVA – Si chiama “Mincio bene comune. un anno di eventi con il Tavolo del Mincio per conoscere meglio il nostro fiume” è il progetto messo in campo da una trentina di associazioni aderenti al Tavolo che ha come scopo quello di salvare il fiume.
Ecco allora una trentina di eventi che spaziano dagli incontri scientifici ai laboratori, dalle escursioni ai concerti, dalle visite agli spettacoli e alle letture.
Le iniziative hanno preso il via ieri, durante gli appuntamenti per la Giornata Mondiale dell’Acqua e proseguiranno per il tutto il 2024.
La rassegna è stata presentata questa mattina presso la Piazzetta Pinelli nel Cammino di Ronda affacciato sul Lago di Mezzo.
Al centro del progetto la grave situazione in cui versa il Mincio
” Oggi presentiamo un’iniziativa con l’obiettivo di creare una cittadinanza attiva che si spenda per la salvezza del Mincio, perchè è in grave difficoltà – spiega Gilberto Venturini della segreteria del Tavolo del Mincio – e abbiamo pensato ad una serie di iniziative per avvicinare le persone”.
“L’inquinamento dagli allevamenti intensivi, gli scarichi del depuratore e il deflusso minimo vitale sono i problemi più gravi del nostro fiume”.
“L‘inquinamento dell’agricoltura intensiva è forse la questione più importante per la situazione critica del fiume – spiega Venturini – perchè rilascia nel reticolo idrico minore fertilizzanti, fitofarmaci e deiezioni, che porta a due conseguenze, l’acqua viene fertilizzata diventa molto nutriente e crea una proliferazione fuori dall’ordinario delle erbe palustri, vedi i fior di loto, o le alghe. Non ci sono più le fasce tampone vicino ai fossi e si coltiva fino al limite per cui nell’acqua franano terra dei fossi e portano solidi sospesi intorbidendo l’acqua.
L’altro problema è la mancanza di acqua, con il deflusso minimo vitale al fiume non viene data l’acqua per cui non vive, ma sopravvive. Adesso che di acqua ce n’è si potrebbe mandarla nel Mincio. Da non dimenticare poi la questione depuratore – continua Venturini – che riversa i reflui solo nel Mincio i reflui e non nel canale Virgilio, che si utilizza per l’irrigazione nel mantovano, così come nella Seriola della Prevaldesca, che irriga il veronese. Dei due nessuno vuole questi reflui, che per inciso sarebbero anche utili al terreno, per cui finiscono appunto solo nel Mincio”.
“Gli interventi fatti fino ad ora dal Parco del Mincio non migliorano la situazione perchè non agiscono sulle cause”
“Sono stato dal 1990 al 1995 Presidente del Parco del Mincio e la situazione da allora è molto peggiorata, il fatto è che si agisce sui problemi, ma non sulle cause che li creano così puntualmente si ripresentano” commenta Andrea Fiozzi, coordinatore del Tavolo del Mincio .
“Le riunificazione di queste associazioni che in modo diverso vivono il fiume da anni e lo conoscono molto bene per cui sanno davvero cosa fare e ce ne sono tante, ci vuole la concertazione di tutti i progetti, il problema è che fino ad oggi non c’è stato un sindacato del fiume libero da interessi economici, ora ci siamo noi. Qualche esempio? La gestione delle Valli del Mincio non è stata ottimale, la sopravvivenza di questa riserva influisce anche sulla qualità delle acque dei laghi. Noi la conosciamo bene e sappiamo quali interventi sbagliati sono stati fatti e quali invece si potrebbero fare per migliorare la qualità della riserva e a cascata la qualità delle acque perchè è un filtro di depurazione. Il Mincio va salvato dall’inizio alla fine del suo percorso, perchè ci sono dei tratti migliori, altri peggiori, ma tutto il suo percorso è in costante peggioramento”.
La balneabilità dei laghi: è necessario distinguere tra le analisi e la qualità dell’acqua nel suo complesso
“Una cosa sono le analisi che riguardano determinati parametri microbiologici, una cosa è la qualità nel suo complesso che guarda ad altri aspetti – spiega Fiozzi – se parliamo di un lago balneabile perchè gli esami di laboratorio dicono che se fai il bagno non si sono rischi per la salute, ok, ma la qualità dell’acqua va vista nel suo complesso, è densa, è piena di piante, alghe, solidi sospesi, è poco appetibile e alla lunga, questa proliferazione di vegetazione influirà anche sulle analisi. Si parla di turismo ambientale, ma se ne può parlare se c’è un ambiente da far vedere, prima dobbiamo mettere a posto l’ambiente e poi lo facciamo conoscere, dobbiamo preservare l’ambiente altrimenti anche le belle ciclabili saranno nel deserto. Se non si interviene sulle cause, gli effetti continueranno a sommarsi”.