La quotidianità del ghetto di Terezin raccontata dai disegni di una bambina

MANTOVA – “Disegna ciò che vedi” è la richiesta di un papà alla sua bimba di 12 anni, entrambi rinchiusi nel ghetto di Terezin. I protagonisti sono Helga Weissovà e la sua famiglia. Nata a Praga nel 1929  Helga è oggi un’affermata pittrice, l’artista di origine ebraica, fu internata a Terezin all’età di 12 anni insieme ai genitori per quasi tre anni e fu poi deportata ad Auschwitz, Freiburg e Mauthausen, dove fu infine liberata con la madre nel 1945.
Era stato il padre a incoraggiarla a ritrarre le scene di vita quotidiana nel ghetto di Terezin, in una sorta di diario per immagini che rappresenta oggi una testimonianza documentaria insostituibile, come fotografie di scene di vita quotidiana, ecco allora il dormitorio, la fila per la cucina, ma anche il lavatoio con poca acqua e sempre fredda.
Tutto questo è diventato “Disegna ciò che vedi. Helga Weissovà. I disegni di una bambina di Terezin”, una mostra inaugurata questa mattina alla Casa del Mantegna che resterà visitabile fino al 3 marzo.
In esposizione 31 pannelli con 28 disegni. E’ stata la stessa Helga, oggi 95enna a scegliere insieme alla curatrice la disposizione dei disegni, non in ordine cronologico, ma divisi per argomenti.
“La produzione di Helga è molto particolare – spiega la curatrice della mostra, Roberta Giubertoni dello studio Pro Forma Memoria – i suoi disegni ci permettono di capire le funzioni di questo ghetto che era unica nel panorama dei campi di concentramento. Dal 1941 Helga incomincia a disegnare la quotidianità e in 3 anni realizzerà 100 disegni che rappresentano la memoria fotografica che a noi manca”.

Circa 40mila ebrei passarono per il ghetto di Terezin, di questi oltre 10mila erano bambini, c’è chi infatti diceva che era nato per i bambini, in realtà non era così era nato gli anziani, per coloro che avevano un ruolo sociale e non potevano essere deportati in un campo di sterminio, così nacque in questa città fortificata un ghetto, quello di Terezin, appena fuori una prigione della Gestapo che era un vero e proprio campo di concentramento.

L’iniziativa è organizzata da Pro Forma Memoria di Carpi con l’Associazione Postumia di Gazoldo degli Ippoliti e la collaborazione di Provincia di Mantova e Istituto Mantovano di Storia Contemporanea.

“La Provincia di Mantova ogni anno inaugura il suo programma espositivo con una mostra dedicata alla storia del ‘900 legati alla Shoah – spiega Mattia Di Vito, settore cultura della Provincia – quest’anno attraverso gli occhi di una bambina riusciamo a vedere quello che succedeva a Terezin, dalle scene di apparente normalità a quelle più crude e disumane. Questi disegni sono una testimonianza importantissima, perchè non dobbiamo solo ricordare, ma anche tramandare”.

“Terezin è nato come ghetto perchè c’erano degli ebrei che non potevano essere internati nei campi di concentramento tradizionali – spiega Luigi Benevelli, vice presidente Istituto Mantovano di Storia Contemporanea – ad esempio gli ebrei reduci dalla Prima Guerra Mondiale, quelli che avevano ricevuto onorificenze, quelli che ricoprivano un ruolo culturale importante, tutte persone che se fossero sparite da un giorno all’altro avrebbero sollevato qualche domanda e così è nato Terezin un ghetto, per questo i bambini potevano disegnare, c’era la musica. Questa mostra è importante perchè non è il classico racconto del 27 gennaio, ma ci fa conoscere le cose da un punto di vista diverso”.

“Abbiamo accolto subito questa proposta della Provincia – commenta Nanni Rossi dell’Associazione Postumia – noi ricordiamo quanto è successo, ma non possiamo non fare un salto nel presente e vedere la guerra dei nostri giorni, una guerra che può finire solo con il riconoscimento dei due stati. Come Europa dobbiamo fare qualcosa per riscattare tutto quello che abbiamo fatto nel passato”.

L’ingresso alla mostra è libero con orari: martedì-venerdì 9-13, sabato-domenica 9-13 e 15-19, lunedì chiuso

La mostra è inserita nelle iniziative legate al Giorno della Memoria, alla Giornata del Ricordo (10 febbraio 2024) e al Giorno dei Giusti per l’Umanità (6 marzo 2024) che come ogni anno inaugura il programma espositivo di Casa del Mantegna con una proposta legata alla comprensione della storia del ‘900 e delle vicende legate alla Shoah con finalità didattiche, sono infatti possibili visite per le scuole di ogni ordine e grado in collaborazione con l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea e la Provincia di Mantova.

A corredo della mostra, è previsto un ciclo di quattro conferenze, che si terranno a Casa del Mantegna, in via Acerbi 47 a Mantova:

Venerdì 2 febbraio 2024, ore 17.30
La principessa e il drago. L’esperienza di sè come forma di resistenza nel ghetto di Terezin
con Matteo Corradini, ebraista e autore

venerdì 9 febbraio 2024, ore 17.30
Musica a Terezin
con Giovanna Maresta, docente di arte scenica presso il Conservatorio “Campiani” di Mantova

venerdì 16 febbraio 2024, ore 17.30
Theresienstadt. Un ghetto nella storia dello sterminio degli ebrei
con Frediano Sessi, storico e romanziere

venerdì 23 febbraio 2024, ore 17.30
Occhi per vedere. La Croce Rossa visita il ghetto di Theresienstadt
con Carlo Saletti, storico e regista teatrale

Ciclo di proiezioni al Cinema Mignon, in via Benzoni 22 a Mantova

“L’ultimo degli ingiusti” regia di Claude Lanzmann (Francia 2013, edizione originale con sottotitoli in italiano

-lunedì 26 febbraio 2024 ore 17.30,parte prima
-giovedì 29 febbraio 2024. ore 17.30, parte seconda

Cinema Mignon Info: 0376 366233 info@cinemamignon.com

Nel video l’intervista alla curatrice della mostra

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