Mantova, boom di malattie professionali tra le donne. Edilizia, Ats chiude 15 cantieri

MANTOVA – Dall’inizio dell’anno fino a maggio 2025 in provincia di Mantova si sono registrati 2.036 infortuni sul lavoro, di cui 2 mortali nel settore agricolo, che risulta tra i più colpiti insieme all’edilizia e alla metalmeccanica. L’ultimo grave infortunio è accaduto proprio ieri ad Asola dove un operaio è caduto dal tetto dove stava effettuando un sopralluogo, è ricoverato in terapia intensiva in pericolo di vita.
I dati mantovani riflettono l’andamento nazionale. Particolarmente preoccupante è l’aumento delle malattie professionali tra le donne, passate da 22 a 54 denunce, con un incremento del 145%. Un dato che evidenzia il crescente impiego femminile in settori ad alta usura fisica, come l’assistenza sociosanitaria, i servizi, la logistica e l’industria alimentare. I lavoratori stranieri continuano a essere tra i più esposti a infortuni e patologie professionali, spesso a causa di un accesso limitato alla formazione, all’informazione e alle tutele previste. Nel complesso, il primo semestre del 2025 si chiude con 133 denunce di malattia professionale, in aumento del 27,9% rispetto alle 104 segnalate nello stesso periodo del 2024.

“I dati del territorio della provincia di Mantova non si scostano molto dall’andamento regionale e nazionale – commenta  Alberto Righi, responsabile servizio Responsabile  PSAL (Prevenzione sicurezza ambienti di lavoro) di Ats Val Padana – la riduzione degli infortuni ha la necessità sempre più di passare attraverso azioni virtuose di prevenzione e di responsabilità di tutti gli attori chiamati a vigilare nelle imprese. Serve avere più consapevolezza del rischio e un approccio vero alla tutela della propria vita“.

CONTROLLI STRAORDINARI CANTIERI E STRESS DA CALORE
Proprio in questi mesi Ats ha attivato ulteriori controlli dovuti anche allo stress da calore e alla sicurezza nei cantieri. Diverse le sanzioni e le chiusure emesse in questi mesi estivi: 15 i cantieri sospesi, una decina le violazioni in materia di sicurezza per stress da colore rilevate dai tecnici.

I DATI NAZIONALI
A fine giugno si contano 362 infortuni mortali in occasione di lavoro e 140 in itinere. Nei primi sei mesi del 2025, infatti, si è verificato un aumento del 7% rispetto al 2024. Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia restano le regioni con il maggior numero di vittime totali. I settori più colpiti: Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio. In lieve calo il numero complessivo delle denunce di infortunio.

“A livello nazionale siamo giunti alla fine del primo semestre con un bilancio delle vittime sul lavoro inaccettabile – prosegue Righi – si contano già 502 decessi, 33 in più dello scorso anno (+7%). Andando ad analizzare il dato più nel dettaglio, a fronte di una sostanziale invarianza degli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro, si registra un aumento del 33% degli infortuni in itinere. Ma anche escludendo questi ultimi dalle statistiche, ben sette regioni sono in zona rossa e altre cinque in zona arancione. Ancora una volta i dati ci dicono che non riusciamo a ridurre il numero degli infortuni mortali sul lavoro, una piaga che si mantiene su valori sempre simili negli ultimi anni” – conclude Righi.

SETTORE E GIORNO PIÙ PERICOLOSI
Alla fine di giugno 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni , con 53 decessi in occasione di lavoro, seguito da Attività Manifatturiere (50), Trasporti e Magazzinaggio (47) e Commercio (38).
Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sei mesi dell’anno (22,7%) . Seguito dal venerdì (19,3%) e dal martedì (17,1%) .

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER ETÀ
l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).
Nei primi sei mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (47,3) e in quella compresa tra i 55 ei 64 anni (24,4), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 ei 54 anni (15,6).

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