MANTOVA – “Vogliamo valorizzare la via del dialogo sociale e della contrattazione. Lo sciopero, a nostro avviso, deve essere considerato come l’ultima risorsa da utilizzare solo quando non ci sono più strade percorribili e non è più possibile restare al tavolo della trattativa” – così Ivan Zaffanelli, Segretario generale della Cisl Asse del Po dice no allo sciopero indetto per venerdì 29 novembre.
“Riteniamo che ci sia ancora spazio per il confronto e per orientare le risorse a favore dei lavoratori – prosegue – chiediamo l’aumento delle pensioni minime, l’incremento del fondo per la non autosufficienza – che nel territorio mantovano interessa circa 14.000 cittadini e un deciso taglio delle tasse per il ceto medio”.
A tal proposito la Cisl chiede di rimodulare la seconda aliquota Irpef, attualmente al 35%, riducendola almeno al 33% e alzando lo scaglione sino a 60mila euro, manovra ritenuta fondamentale per sostenere il ceto medio, che fatica a recuperare il potere d’acquisto perso in questi anni segnati da alta inflazione e rincari di prezzi e tariffe.
“La legge di bilancio, che definirei ‘distributiva’ – conclude Zaffanelli – accoglie comunque molte delle richieste avanzate dal nostro sindacato. Tra gli obiettivi raggiunti evidenzio la conferma dell’accorpamento degli scaglioni Irpef e il taglio, reso strutturale, del cuneo fiscale per i redditi fino a 40.000 euro, che garantirà aumenti fino a 1.200 euro annui nelle buste paga di oltre 14 milioni di lavoratori. Di particolare rilievo è anche la stabilizzazione, per i prossimi tre anni, della defiscalizzazione sui salari di produttività e sul welfare contrattuale, insieme al consolidamento e all’ampliamento della detassazione sui benefit accessori concessi dalle aziende ai lavoratori”.