“Perdiamo un grande Pontefice, voce degli ultimi e del lavoro”: il cordoglio dei sindacati

MANTOVA – “La scomparsa di Papa Francesco ci addolora profondamente. È stato un grandissimo Pontefice che ha segnato davvero un’epoca con la sua umanità, la sua visione moderna e aperta ai cambiamenti della società, la sua vicinanza agli ultimi, la straordinaria capacità di comunicare in maniera semplice il messaggio Evangelico – ha detto Ivan Zaffanelli, Segretario generale Cisl Asse del Po – “I suoi ripetuti appelli per la pace e contro tutte le guerre, la necessaria solidarietà tra tutti i paesi, la difesa dell’ambiente e della terra, sono state e resteranno insieme alle sue Encicliche, un faro spiritualmente illuminato – prosegue – un punto di riferimento importante ed un monito non solo per i cattolici ma anche per le istituzioni, la politica, il mondo del lavoro, il sindacato e quanti hanno responsabilità di Governo”.

“La UIL di Mantova esprime sentito cordoglio e profonda riflessione sulla morte di Papa Francesco. “È stato un Uomo di grande forza e umiltà che ha segnato la storia con la sua semplicità e il suo messaggio di amore e compassione – spiega Fabio Caparelli, coordinatore Uil Mantova – “È stata la voce degli ultimi ma anche un punto di riferimento per i lavoratori promuovendo con fermezza la dignità del lavoro e la giustizia sociale. Il Papa ha più volte denunciato il dramma delle morti sul lavoro, sottolineando l’importanza della sicurezza e il senso della responsabilità. L’ eredità che Papa Francesco ci lascia è un invito a costruire un mondo più giusto, dove il lavoro sia uno strumento di libertà e dignità” – conclude.

“Così tante volte in questi anni di speranza in perenne ostaggio degli eventi abbiamo pensato: “Siamo fortunati ad avere un Papa così”. Ciao Francesco, grazie di tutto cuore”
E’ commento del segretario generale della Cgil di Mantova, Michele Orezzi.
che sulla sua pagina social riporta le parole del Pontefice pronunciate il giorno di Pasqua:
“Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le “armi” della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte! Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità. E in quest’anno giubilare, la Pasqua sia anche l’occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici!” – Papa Francesco, 20 aprile 2025.