15 giorni per mettere in regola l’allevamento alle condizioni di biosicurezza richieste altrimenti svuotamento o abbattimento entro 21 giorni; divieto di mostre, esposizioni, incontri, assembramenti; sospensione del servizio veterinario esterno: sono alcune delle misure drastiche disposte dall’ordinanza che il commissario straordinario per la peste suina, Giovanni Filippini ha emesso oggi.
Un’ordinanza che dà un’ulteriore stretta per arginare i contagi che continuano a manifestarsi. Le restrizioni si applicano nelle zone di focolai conclamati che in Lombardia sono Pavia, Lodi e Milano. Zone sotto controllo, anche nel cremonese (Pizzighettone e Crotta d’Adda) anche se le più vicine al Mantovano sono in provincia di Piacenza e Parma.
Nessun caso nella nostra provincia, ma questo non deve far abbassare la guardia, anzi, è necessario mettere in atto tutto ciò che può evitare contaminazioni.
Ats Valpadana: “Appello agli allevatori: attenzione ai comportamenti”
“E’ un virus simile al Covid per le misure da mettere in atto – spiega Vincenzo Traldi, direttore del Dipartimento Veterinario di Ats Valpadana – ma allo stesso tempo molto diverso perchè non resta nell’aria ma è molto più resistente nell’ambiente e sulle superfici. Bisogna pertanto fare attenzione ai contatti. Negli allevamenti deve essere presente una zona filtro dove cambiarsi vestiti, calzari e lavarsi bene le mani, bisogna che questi comportamenti siano interiorizzati dagli allevatori, che diventino prassi ed è necessario fare davvero molta attenzione”.
“Tra Mantova e Cremona abbiamo già controllato il 70% degli allevamenti – prosegue Traldi – e se qualcuno di questi non aveva gli standard necessari di biosicurezza dovranno adeguarsi al più presto. I nostri controlli proseguono proprio su questi allevamenti, per verificare che si siano messi in regola, negli altri non entriamo onde evitare di essere noi veicolo di trasmissione”.
“Nel caso in cui l’allevamento non sia in regola nei tempi previsti – conclude Traldi – procediamo con il blocco delle entrate di capi e si concede solo l’uscita solo per abbattimento e macellazione. In questo modo l’allevamento di svuota”.
Beduschi in Confagricoltura” Azioni drastiche ma necessarie. Non possiamo più permetterci errori”
E’ quanto emerso dal webinar straordinario organizzato da Confagricoltura Mantova, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi, e dei presidenti delle federazioni di prodotto suini di Confagricoltura, Rudy Milani, e Confagricoltura Mantova, Ferdinando Zampolli.
“Pavia e Lodi hanno già subito un importante trattamento di depopolamento – spiega l’assessore Beduschi – che di certo avrà ripercussioni serie sulle aziende, togliendo lavoro a loro e alla filiera. Sarà nostro compito garantire moratoria e sospensione dei pagamenti per mutui e altre scadenze. In questi mesi sono già stati spesi 30 milioni di euro di ristori diretti, per non parlare di quelli indiretti, che sono ancora più alti. Gli allevamenti devono diventare dei veri e propri fortini, non possiamo più permetterci errori”.
Beduschi chiarisce che “Regione Lombardia ha agito con serietà, mettendo in campo meccanismi di controllo rigidi e iniziando un contenimento importante dei cinghiali. In un anno e mezzo ne abbiamo rimossi quasi 50.000, esempio purtroppo non sempre seguito in modo omogeneo”.
Quanto è lontana la Psa dalla Provincia di Mantova dunque? A dirlo è Rudy Milani, presidente della Fnp suini di Confagricoltura: “I due cinghiali positivi più vicini rinvenuti sono quelli di Podenzano (Pc) e Borgo Val di Taro (Pr), rispettivamente a 58 e 42 chilometri dai confini provinciali mantovani. Non siamo così lontani dunque, il virus corre verso gli allevamenti. La situazione è drammatica, e ci porta ad avere zone di protezione e sorveglianza, all’interno delle quali le aziende vendono sottocosto i propri capi, rimettendoci”.
«In Lombardia oggi – prosegue Milani – sono 620.000 gli animali in zona di restrizione, tra 180.000 e 200.000 quelli nella sola Zona 3. Il 55% delle aziende suinicole di Confagricoltura Pavia attualmente ha i capannoni vuoti. Ecco perché servono indennizzi immediati e seri, oltre a un contenimento ancora più radicale della fauna selvatica. Non posso pensare che una filiera di tale portata, che smuove svariati miliardi di euro ogni anno, venga compromessa irrimediabilmente” .
Coldiretti incontro con commissario Filippini: “Subito azioni per limitare diffusione e indennizzi alle aziende danneggiate”
Contenimento della diffusione della peste suina africana, disponibilità a indennizzi agli allevamenti per la mancata produzione a causa della Psa e impegno per una importante azione di contenimento della popolazione dei cinghiali, principali vettori del virus. Questi sono alcuni dei punti principali che il nuovo Commissario straordinario per la peste suina africana Giovanni Filippini ha messo sul tavolo dell’incontro avuto con oltre 500 allevatori della Coldiretti delle zone interessate dall’epidemia che sta mettendo a rischio un intero settore e la sopravvivenza di una delle Dop più importanti del nostro Paese.
All’incontro in modalità webinar hanno partecipato anche i vertici di Coldiretti con il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo. Filippini ha delineato agli allevatori quali saranno le strategie che intende mettere in campo e che partiranno proprio dal limitare quello che è il numero della popolazione dei cinghiali, ribadendo che gli allevatori non vanno additati come responsabili e che andrà adottata ogni misura, anche drastica, per evitare che la Psa si diffonda nelle province limitrofe a quelle fino ad ora interessate (Lodi, Pavia, Vercelli e Novara) che rappresentano la metà del patrimonio suinicolo nazionale.
“Abbiamo chiesto al Commissario straordinario – ha detto il presidente di Coldiretti Prandini – di cui conosciamo e riconosciamo le grandi doti in questo ambito visto quanto fatto in passato in Sardegna – che vengano da subito erogati gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla Psa che oggi sono in grande difficoltà. Certezza degli indennizzi che non devono riguardare solo quelle aziende che hanno subito gli abbattimenti, ma dobbiamo tenere in considerazione il tema del fermo aziendale, che riguarderà tutti quegli allevamenti che saranno costretti a rimanere fermi e non potranno nemmeno ripopolare. Ci dovrà poi essere – ha proseguito Prandini parlando al Commissario e agli allevatori – un monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori per evitare che ci siano grandi speculazioni ed infine – ha aggiunto – sarà fondamentale anche procedere a uno stop a mutui e ai contributi per le aziende colpite. Per questo – ha concluso il presidente di Coldiretti – già in questi giorni troneremo a incontrare le istituzioni perché si proceda in maniera rapida”.
“Sono 10 anni che poniamo la questione di questo pericolo per un settore cruciale della nostra produzione agricola – ha dichiarato Gesmundo – vista la gravità della situazione non possiamo fare sconti a nessuno quando a rischiare è una filiera con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro, centomila posti di lavoro e 10 milioni di animali allevati”.
Gli allevatori intervenuti, hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni rispetto a una situazione che tutti definisco “allarmante – come ha sottolineato Alberto Cavagnini allevatore di Brescia – per tutto l’intero settore. Una situazione che dura ormai da 1000 giorni e che ad oggi non ha visto interventi risolutivi a fronte di una grande sacrificio da parte di tutte quelle aziende che sono state colpite”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giuseppe Boldini, allevatore di Novara, che ha dovuto abbattere dal giorno alla notte 12mila capi: “La preoccupazione per il futuro è grande – ha spiegato al Commissario – Al momento i miei figli mi chiedono cosa faremo, la prima cosa che serve sono gli indennizzi fondamentali per poter andare avanti, che è quello che la mia famiglia vuole fare”.
I punti fondamentali della nuova ordinanza del commissario straordinario Filippini
E’ stata emanata oggi dal Commissario Straordinario Giovanni Filippini l’ordinanza “Peste suina africana: misure urgenti per la gestione dei focolai negli allevamenti nelle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna”, resterà in vigore fino al 30 settembre 2024.
Il provvedimento vieta:
-nelle zone di restrizione parte I, parte II e parte III delle Regioni Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna ogni movimentazione dei suini in entrata o in uscita
-è vietato l’accesso di qualsiasi automezzo ad eccezione di quelli destinati a trasportare i mangimi, carcasse e liquami
– è vietato l’ingresso di qualsiasi persona ivi compresi i veterinari liberi professionisti, i tecnici di filiera, i mangimisti nonché di qualsiasi altra persona non direttamente connessa con la gestione quotidiana degli animali.
Per evitare rischi di contaminazioni dall’esterno sono sospesi i controlli da parte del servizio veterinario territorialmente competente ad esclusione di quelli connessi con la gestione della emergenza PSA e di quelli tesi a garantire il rispetto delle esigenze di benessere animale.
-è vietata qualsiasi manutenzione o lavoro ordinario non strettamente connessi ad interventi a garanzia del benessere
-è vietato l’ingresso di cani e di qualsiasi altra specie animale sia essa da compagnia o da reddito.
– sono vietate mostre, mercati, fiere, esposizioni e ogni altra manifestazione o aggregazione in presenza di carattere agricolo/zootecnico che coinvolga il settore suinicolo.
L’ordinanza obbliga a utilizzare dispositivi di protezione monouso (calzari, tuta, guanti) forniti dall’allevatore al momento dell’uscita del conducente dall’abitacolo dell’automezzo, detti dispositivi dopo l’utilizzo dovranno essere lasciati in allevamento per il conseguente smaltimento.
Il provvedimento firmato da Fiippini dispone inoltre che dovrà essere verificato il pieno rispetto dei requisiti di biosicurezza rafforzata al più tardi entro un mese dall’entrata in vigore della presente ordinanza anche con il supporto di personale di altri territori.
se è accertato uno stato di carenza strutturale o gestionale dei requisiti di biosicurezza non sanabile entro un periodo massimo di 15 giorni il servizio veterinario territorialmente competente dispone lo svuotamento degli stabilimenti secondo un programma di macellazione o in alternativa di abbattimento che non deve prolungarsi oltre i 21 giorni dalla disposizione del servizio veterinario territorialmente competente. Nel caso in cui lo svuotamento viene effettuato tramite abbattimento degli animali non sarà dato seguito all’indennizzo ai sensi della legge 218/88 a causa delle gravi carenze di biosicurezza riscontrate e non sanabili.
se è stato individuato un qualsiasi contatto diretto o indiretto con un focolaio confermato, qualora la situazione epidemiologica lo richieda, il servizio veterinario territorialmente competente può disporre l’abbattimento preventivo degli animali presenti come previsto dall’articolo 7, comma 4 del reg. (UE) 2020/687.