PEGOGNAGA – Il gruppo consiliare “Riattiviamo Pego” ha presentato una mozione urgente al Sindaco e alla Giunta, ponendo al centro del dibattito le criticità della sanità territoriale e l’allungamento delle liste d’attesa.
I consiglieri sottolineano come il diritto alla salute, garantito dalla Costituzione, sia di fatto compromesso dalle attuali tempistiche per le prestazioni sanitarie, giudicate incompatibili con le reali necessità cliniche dei pazienti. Particolare preoccupazione viene espressa per la notizia che parte del canone di affitto dell’ospedale Montecchi di Suzzara non sarà destinata, come previsto, al potenziamento dei servizi socio-sanitari sul territorio.
Attraverso la mozione, “Riattiviamo Pego” chiede al Sindaco di promuovere l’istituzione di un tavolo territoriale permanente. Questo organismo, che dovrebbe coinvolgere istituzioni locali, forze politiche, sindacati, associazioni civiche e del terzo settore, avrebbe il compito di monitorare i ritardi, identificare le criticità e formulare proposte concrete per ridurre drasticamente le liste d’attesa.
Inoltre, i consiglieri sollecitano il Sindaco a richiedere formalmente alla Regione Lombardia dati aggiornati e dettagliati sui tempi di attesa per le prestazioni sanitarie e sull’effettivo impiego dei fondi statali destinati alla sanità nel Basso Mantovano. Viene inoltre avanzata la richiesta di sospendere ulteriori convenzioni improprie con soggetti privati, al fine di ripristinare un servizio sanitario pubblico che sia realmente accessibile a tutti i cittadini.
Il gruppo esprime profonda delusione per il mancato reinvestimento di parte del canone del Montecchi per i servizi socio-assistenziali territoriali, come inizialmente promesso dall’assessore regionale al Welfare. A tal proposito, l’Amministrazione è sollecitata a richiedere ulteriori chiarimenti, anche alla luce della risposta ottenuta dal consigliere regionale del Pd, Marco Carra.
Infine, “Riattiviamo Pego” evidenzia il crescente ricorso a strutture private convenzionate nel Mantovano, che comporta un onere economico insostenibile per molte famiglie. Questa situazione, affermano, esclude di fatto le persone a basso reddito dal diritto alla salute, a causa di un sistema pubblico che non riesce a garantire prestazioni in tempi utili. La mozione conclude ribadendo il dovere dell’amministratore di considerare questa problematica come una priorità assoluta.