Prosegue la festa del Milan, campione d’Italia per la 19esima volta. Uno scudetto atteso 11 anni e figlio di una programmazione sostenibile grazie a scelte coraggiose (spesso criticate) e ad una squadra costruita sui giovani che Paolo Maldini e Frederic Massara hanno messo al centro del progetto di crescita avviato con l’arrivo di Elliott. Lo scudetto conquistato domenica aiuterà la nuova proprietà americana (ReBird Capital Partners) a puntare ancora più in alto partendo da basi solide.
Mike MAIGNAN – Donnarumma chi? “Super Mike” ci ha messo un attimo a far dimenticare Gigio. Oltre alla reattività felina, sa avviare le azioni e dettare i tempi delle ripartenze. Ha portato sicurezza all’intero reparto. Presenze 32, gol subiti 21. Voto: 8,5.
Ciprian TATARUSANU – Il rigore parato a Lautaro nel derby d’andata alla lunga pesa. Presenze 6, gol subiti 10. Voto: 6,5
Davide CALABRIA – Una crescita costante. La fascia di capitano lo ha responsabilizzato. Diligente in entrambe le fasi. Presenze 26, gol 2. Voto: 7,5.
Theo HERNANDEZ – Locomotiva umana inesauribile e inarrestabile. Il gol coast to coast all’Atalanta è l’istantanea della sua straordinaria stagione. 32 presenze, gol 5. Voto: 9.
Fikayo TOMORI – Sorprendente, come tutte le novità, nella scorsa stagione, quest’anno ha messo a sedere Romagnoli e preso le redini della difesa dopo l’infortunio di Kjaer. Baluardo. 31 presenze, nessun gol. Voto: 8,5.
Pierre KALULU - Alzi la mano chi, dopo l’infortunio a Kjaer, non reclamava l’acquisto di un difensore. Brava e lungimirante la società a dare fiducia a questo 21enne che ha dimostrato una sicurezza da veterano. 28 presenze, gol 1. Voto: 8,5.
Alessandro FLORENZI – Acquisto accolto con un po' di scetticismo, si è rivelato la miglior interpretazione dell’usato sicuro. Presenze 24, gol 2. Voto: 7.
Alessio ROMAGNOLI – Capitano con la valigia. Da titolare è finito in panchina, alle spalle di Tomori e Kalulu. Il suo ingaggio monstre per i tempi che corrono lo porterà verso altri lidi, ma si toglie la soddisfazione di alzare per primo la coppa scudetto. Presenze 19, gol 1. Voto: 6,5.
Simon KJAER – L’infortunio patito al ginocchio a dicembre lo ha tolto presto dai giochi. Ma il suo apporto è andato oltre il campo. Rientrerà sicuramente galvanizzato dal 19° scudetto. Presenze 11, nessun gol. Voto: 7,5.
Fodè BALLO TOURE’ – Stagione anonima, ma se hai davanti un Theo Hernandez in stato di grazia non puoi che accomodarti in panchina. Presenze 10, nessun gol. Voto: 5,5.
Matteo GABBIA – Ragazzo che può e che deve migliorare. Ordinato e puntuale, ora serve il salto di qualità. Presenze 8, nessun gol. Voto: 6.
Sandro TONALI – Era già entrato nel cuore dei tifosi in estate, quando pur di restare rossonero aveva deciso di ridursi l’ingaggio. Ne è diventato l’idolo dopo un campionato da Cavaliere senza macchia e senza paura. Anima della squadra, con sigilli scudetto contro Lazio e Verona. Presenze 36, gol 5. Voto: 9.
Franck KESSIE – La promessa, poi disattesa, di rinnovare il contratto gli ha creato non poche tensioni con i tifosi. Lui ha risposto con grande professionalità, svolgendo al meglio i compiti di presidio ed equilibrio assegnatigli da Pioli. Presenze 31, gol 6. Voto: 8.
Ismael BENNACER – Il più abile tra i centrocampisti a verticalizzare, con la missione di drenare palloni ovunque. Presenze 31, gol 2. Voto: 7.
Rade KRUNIC – Meno vistoso rispetto ai compagni di reparto, ma non per questo meno indispensabile. Duttilità e grinta le sue qualità, con un finale di stagione in crescendo. Presenze 28, nessun gol. Voto: 7.
Brahim DIAZ – Inizio strepitoso, ma dopo il Covid ha faticato oltremodo a ritrovare la condizione migliore. Deve maturare di più, evitando inutili ghirigori. Presenze 31, gol 3. Voto: 7.
Junior MESSIAS – La favola più bella. Dal Crotone al Milan; da fattorino a… campione d’Italia. Presenze 26, gol 5. Voto: 7.
Alexis SAELEMAEKERS – Il “tuttofare” che ogni allenatore vorrebbe. Ha sopperito alle sbavature e all’eccesso d’irruenza con volontà e grande spirito di sacrificio. Tatticamente prezioso. Presenze 36, gol 1. Voto: 7.
Samu CASTILLEJO – Fuori dal progetto di Pioli, ha comunque voluto restare mostrando attaccamento alla causa. Presenze 5, nessun gol. Voto: 6.
Tièmouè BAKAYOKO – Doveva essere il primo cambio di Kessie, ma non ha mai convinto. Un ritorno che non ha lasciato il segno. Presenze 14, nessun gol. Voto: 5,5.
Daniel MALDINI – Qualche spezzone e l’importante gol segnato allo Spezia nella gara d’andata. La dinastia dei Maldini può continuare. Presenze 8, gol 1. Voto: 6.
Ante REBIC – Condizionato dagli infortuni, il suo talento lo si è visto solo a sprazzi. Arma in più per il prossimo anno. Presenze 24, gol 2. Voto: 7.
Rafael LEAO – L’uomo che “spacca” le partite. Alle accelerazioni ha aggiunto gol e assist. L’emergenza offensiva gli ha dato la titolarità, lui si è caricato la squadra sulle spalle. Presenze 34, gol 11. Voto: 9.
Olivier GIROUD – Decisivo. E lo ha dimostrato nei momenti salienti: doppietta nel derby, gol-partita a Napoli e due reti nell’ultimo match col Sassuolo. Presenze 29, gol 11. Voto: 8,5.
Zlatan IBRAHIMOVIC – Più infortuni e meno gol non gli hanno impedito di continuare a recitare il ruolo del leader. Motivatore eccezionale, ha trascinato compagni che potrebbero essere i suoi figli. Ha smesso di essere titolare non centrale. Highlander. Presenze 23, gol 8. Voto: 8.
Stefano PIOLI (allenatore) – L’architetto del capolavoro, ma con l’umiltà di un manovale. Sembrava il solito traghettatore di passaggio, invece ha ottenuto il primo titolo della carriera aumentando il valore di tutta la rosa. Con la ciliegina di aver ridato un’identità al Milan. What else? Voto: 9.
Matteo Vincenzi