MANTOVA – Un salvataggio che vale un gol: il difensore del Mantova Alex Redolfi è stato tra i protagonisti del pareggio del Mantova a Carrara, sventando sull’1-1, con un provvidenziale colpo di testa (e l’aiuto della traversa) un pallonetto di Cherubini, destinato in rete dopo un errore in costruzione di Festa. Il centrale biancorosso però assolve il portiere, nel consueto spazio settimanale al Sinergy Center: “Se mi deve una cena? Siamo noi che dovremmo pagarla a lui per tutte le volte che salva il risultato. Ho il vizio di leggere i commenti social e bisogna avere buonsenso nel riconoscere meriti e demeriti: senza le parate di Marco saremmo stati 3-0 per gli altri nel primo tempo. Come lui salva la porta sempre, per una volta l’ho fatto io, e sono felice di avergli dato una mano. Noi andiamo avanti col nostro gioco, portandolo quasi all’estremo: un errore capita a tutti”.
“MI SONO TUFFATO D’ISTINTO: HO RISCHIATO DI DARE UNA TESTATA ALLA TRAVERSA”
La prodezza comunque va celebrata: “Mi sono tuffato d’istinto, la traversa mi ha dato una mano, è andata bene. L’unico rischio era dare una testata alla traversa – scherza Redolfi – ma in quel caso mi sarei fatto dare tre punti in testa”.
“CAMPO PESANTISSIMO E RIMBALZI STRANI, MA LA CARRARESE HA FATTO UNA BUONA GARA. PER ME IL BICCHIERE E’ MEZZO PIENO”
Un Mantova parso in difficoltà durante alcune fasi del match con la Carrarese: “Non cerchiamo alibi, ma il campo nuovo in sintetico era pesantissimo, con la palla che seguiva l’orientamento dei fili d’erba. Loro avevano più familiarità, detto questo però sono stati bravi a prenderci, hanno fatto una grande gara. Per questo vedo il bicchiere mezzo pieno”.
“I DATI DI POSSESSO E GPS DICONO CHE IN TRASFERTA NON CI SNATURIAMO, MA SERVE MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA”
Ma il rendimento esterno rimane inferiore a quello casalingo: “Sul biliardo del Martelli, un terreno da serie A, ci sentiamo davvero a casa, potrei dire che stiamo quasi in pantofole. Siamo più sereni, questo ci dà più certezze. Anche le altre squadre penso che sentano la differenza tra casa e trasferta, sicuramente ci manca un pizzico di consapevolezza che il Martelli ci dà. Per il resto fisicamente stiamo bene e le statistiche del possesso palla e del GPS confermano che la natura del nostro gioco non cambia”.
“AL FERRARIS CON LA SAMP GARA DIFFICILE, NOI CONTINUIAMO AD ESSERE NOI STESSI”
Ora una difficile trasferta al Ferraris contro la Sampdoria: “Dobbiamo pensare che è uno stadio qualsiasi, ma non lo è. E’ un impianto storico, dove troveremo una squadra che ha speso tanto e che deve vincere il campionato. Dal canto nostro dobbiamo fare il gioco di sempre, come ci chiede il mister. E dovremo vivere una partita alla volta, ci aspetta un tour de force contro alcune delle compagini più forti. E con un pizzico di presunzione dico che forse ci troveremo meglio contro squadre che non puntano a chiudersi. Ma è pure vero che team come la Samp hanno campioni in grado di risolvere la partita. Per questo puntiamo sulle doti di sempre: gruppo e gioco. Senza saremmo morti. Andiamo là per fare ciò che sappiamo: come finisce, finisce”. “Loro hanno la coppia gol più forte, ma sarà anche un grande stimolo, da difensore, sfidare Coda e Tutino. Noi dobbiamo affrontarli con grinta e concentrazione, come facciamo con chiunque altro”.
“LEGGO TUTTE LE CRITICHE SOCIAL, MI DANNO LA CARICA”
Le critiche social per caricarsi: “Mi piace leggere le cose più strane e tradurle in stimoli in campo”. Poi Redolfi fa un distinguo: “Spesso chi scrive le cose più pesanti, non fa parte di coloro che hanno fatto le trasferte più lunghe o nei momenti peggiori della storia del Mantova. Ma non c’è problema: io leggo tutto, mi dà la carica. Lo pseudo-tifoso può fare e dire quello che vuole. Spero che arrivi presto il giorno in cui ci toglieremo dei sassolini dalla scarpa”. Poi racconta un aneddoto: “Ho uno screenshot dell’anno scorso riferito a me e ad un mio compagno: diceva che eravamo da terza categoria ed era impensabile che fossimo a Mantova. E forse eravamo già primi in classifica! Queste cose mi stimolano a dare sempre meglio, per poi dire ‘adesso parlo io’ con le prestazioni”.