MANTOVA – Appesi gli scarpini al chiodo (“ma a calcio con gli amici ci giocherò fino a 85 anni”), per l’ormai ex difensore francese Sebastien De Maio si apre una vita nuova: quella da dirigente, o meglio, da Club Manager. Così come era accaduto due anni e mezzo fa con Emanuele Suagher, passato suo malgrado dal ruolo di difensore a quello di componente dello staff tecnico di mister Davide Possanzini (e sostituito in campo proprio da De Maio, acquistato nel gennaio del 2023), la società biancorossa tiene con sé uno dei senatori, trovandogli una collocazione nuova di zecca, poiché tale figura – “tipica del calcio inglese”, sottolinea il Dt Christian Botturi – ancora mancava.
Una figura di raccordo. Il primo a prendere la parola è stato proprio Botturi, che ha dato il benvenuto in società a Sebastien De Maio sottolineandone lo spessore come uomo e spiegando che tipo di ruolo avrà. “Ancora una volta il Mantova Calcio si dimostra un’agenzia interinale del calcio (ride) e ne andiamo fieri, perché dimostriamo di avere una visione olistica sulla persona, sul calciatore, non ci soffermiamo solamente sull’aspetto calcistico ma abbiamo una visione sull’uomo. Sebastien, oltre a essere un ottimo professionista, è una persona di un livello altissimo. Devo ringraziare il Presidente Filippo Piccoli che, anche con velocità, ha accompagnato l’idea di fare entrare De Maio in società. Il Club Manager è una figura tipica in altri sport, come basket e rugby. Come la concepiamo? Con tre sfaccettature: una tecnica, una organizzativa e una di rappresentanza. Per noi si posiziona tra il Direttore sportivo e il Team manager. Dal punto di vista tecnico mi accompagnerà nel quotidiano con relazioni sulla squadra, con cui vivrà quotidianamente. Dal punto di vista organizzativo dovrà assorbire tutte le dinamiche che sono attorno al Team manager. Rappresentanza? Un calciatore che ha fatto una carriera importante è sicuramente un ottimo riferimento per la società. Personalmente sono molto contento, sono sicuro che con Seba crescerò anch’io”.
L’addio al calcio giocato. De Maio, prendendo la parola, ha voluto subito ringraziare Piccoli, Botturi e Possanzini. Poi, non senza mettersi a piangere in alcuni passaggi, Sebastien ha letto la lettera d’addio al calcio, di cui riportiamo una parte: “Caro Calcio, oggi scrivo questa lettera per dirti che metto un termine alla mia carriera calcistica. È difficile da pronunciare, perché per tanto tempo sei stato parte integrante della mia vita. Abbiamo condiviso momenti di gioia, di passione e di sfide, ma è giunto il momento di separarci. Mi hai insegnato tanto. Mi hai insegnato l’importanza della disciplina, del lavoro di squadra e della perseveranza. Hai forgiato il mio carattere, mi hai mostrato cosa significa lottare per i propri sogni e superare le difficoltà. Mi hai regalato emozioni indescrivibili e ricordi che porterò sempre nel profondo del mio cuore. Sono parole di gratitudine, Ti ringrazio per tutto ciò che mi hai regalato, per le lezioni preziose che mi hai insegnato e per le amicizie che ho fatto lungo il cammino. Non dimenticherò mai i momenti di gloria e le vittorie che insieme abbiamo conquistato. Prometto di portare con me i valori che ho imparato da te, anche se non sarò più sul campo. Porterò avanti la tua lezione di impegno, di determinazione e di rispetto. Continuerò a coltivare la passione e a cercare la bellezza in ogni cosa che faccio. È tempo di smettere di giocare , ma questo non significa che dimenticherò mai il nostro legame. Resti un capitolo importante nella mia vita, uno che mi ha formato e mi ha reso la persona che sono oggi. Ti porterò sempre nel mio cuore, con affetto”.
Il momento in cui ha preso la decisione. “Finita la stagione, pensavo che mi sarebbe piaciuto continuare a giocare. Non mi sono mosso fino a quando non ho parlato con il mister e il direttore. Quando poi si è parlato della loro scelta. si è detto subito di una possibilità di restare in società, però non sapevamo dove e come fare. Questa cosa mi è rimasta in testa, ho iniziato a fare colloqui con altre squadra ma questa idea mi stuzzicava. Mi piaceva l’idea di rimanere qua, dove ho creato un rapporto incredibile con l’ambiente. Il fatto di poter rimanere con lo staff del mister, il direttore, il presidente, mi stuzzicava. E poi c’è il gruppo, da cui non mi volevo distaccare. Quindi c’era questa voce in testa che mi diceva: perché no? Tanto se non avessi smesso quest’anno sarebbe successo l’anno prossimo. E’ una porta che si apre, perché non affrontare questo percorso?”.
L’importanza di Possanzini sulla decisione. “Fondamentale, il mister è stato un pezzo importante per prendere questa decisione, ovviamente insieme al direttore. Anche per capire quale potesse essere la mia mansione, entrando in una società dove ogni persona è al posto giusto. Non smetterò mai di ringraziare presidente, direttore e mister perché hanno cercato e voluto trovarmi un posto vicino a loro”.
La carriera e il Mantova. “Non farò mai una classifica sulle squadre in cui ho giocato, sono tutte piazze che mi hanno dato qualcosa e a cui io ho cercato di dare qualcosa. Sicuramente il Mantova rimane l’ultima squadra in cui ho giocato quindi il sentimento è grande. E poi è la prima società che mi dà un’opportunità per il futuro. Ma al di là di questo, anche se fosse finita così, non sarebbe mai cambiato il rapporto che ho con loro. Sono molto contento, è una scelta mia, ho sempre voluto smettere io, in forma, non arrancando. Quando ero giovane dicevo sempre che avrei voluto finire la carriera a 38 anni, ho conquistato tutti gli obiettivi che volevo raggiungere”.
Il momento più bello vissuto a Mantova da calciatore. “Non c’è stato un momento speciale. C’è stata la promozione, che è stata bella, anche la salvezza, non direi più bella della promozione perché non è vero, però vedere ii ragazzi che arrivano a salvarsi all’ultima giornata è emozionante”.
Il ruolo da dirigente. “Cercherò di mettere la mia esperienza a disposizione della società, del mister, del direttore, della squadra. Ho tanto da imparare, sono io che dovrò guardare e ascoltare. Ovviamente se qualcuno avrà bisogno di un parere sarò a disposizione. Non sarà facile per me all’inizio perché comunque è un nuovo mondo, come in ogni inizio bisogna capire come funziona”.