Dalle dee alle astronavi: le metamorfosi di Palazzo Te nell’installazione di Isaac Julien

MANTOVA – Il buio delle ritrovate Frutterie di Palazzo Te è illuminato da dieci schermi che si rispecchiano nei vetri che ricoprono le pareti e le colonne, come in un piccolo-grande labirinto digitale. Schermi che proiettano immagini diverse tra loro ma in stretta comunicazione, poiché facenti parte della medesima trama, in un percorso audiovisivo che invita il visitatore a muoversi al suo interno, perché qui non si chiede ai presenti di essere semplici spettatori, ma anche protagonisti di un racconto universale, che ci riguarda tutti.

UN DIALOGO TRA IL PASSATO E LA CONTEMPORANEITA’

Si presenta così “All That Changes You. Metamorphosis”, l’installazione che Isaac Julien ha immaginato per il 500esimo di Palazzo Te: un’opera che parla all’edificio giuliesco in cui è ospitata, che guarda al glorioso passato artistico che quelle mura rievocano, ma anche a un presente difficile, problematico, frammentato. “All That Changes You. Metamorphosis” usa la sontuosità del contesto, delle pareti affrescate, per esplorare e riconsiderare i temi della metamorfosi, della filosofia, dell’antropologia e dell’ecologia nel contesto del mondo contemporaneo. Il film si muove tra diverse ambientazioni, tra cui la straordinaria casa postmoderna Cosmic House di Charles Jencks a Londra e le rigogliose foreste del Redwood National and State Park in California, espandendo la riflessione sull’etereo, il trascendente e le nozioni di tempo.

Gli affreschi hanno ispirato la creazione di due Dee – interpretate da Gwendoline Christie e Sheila Atim – le cui origini affondano in fonti letterarie come il lavoro filosofico e politico di Donna Haraway, Staying with the Trouble (2016), che sfida le narrazioni dominanti dell’apocalisse, e il romanzo di Naomi Mitchison, Memoirs of a Spacewoman (1962), in cui una scienziata e viaggiatrice temporale racconta le sue esperienze di ricerca, comunicazione e innamoramento con forme di vita extraterrestri.

Entrambe le protagoniste viaggiano nel tempo attraverso una serie di spazi architettonici che funzionano come metafore visive e personaggi, delineando differenti temporalità: da Palazzo Te costruito nel XVI secolo con i notevoli affreschi di Giulio Romano, passando per la postmodernista Cosmic House di Charles Jencks a Londra del XX secolo, fino a una futuristica “astronave” di vetro, progettata da Richard Found e situata tra le campagne inglesi. Nell’attraversare differenti temporalità, le protagoniste assumono identità differenti, mentre cercano di andare oltre una visione del mondo antropocentrica e discutono su come condividere il pianeta con la natura e altri esseri, offrendo spazio alla rappresentazione di prospettive non umane.

LA PRESENTAZIONE A PALAZZO TE

Questa mattina l’installazione è stata presentata in anteprima alla stampa, alla presenza dell’artista e regista inglese Isaac Julien, del Sindaco di Mantova Mattia Palazzi, del Presidente di Fondazione Palazzo Te Giovanni Pasetti (presente anche il Presidente uscente Enrico Voceri), del Direttore di Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni, di Sheila Atim e del curatore del progetto Lorenzo Giusti.

“”All That Changes You. Metamorphosis” – ha spiegato Julien – è ambientato nell’incredibile Palazzo Te, questo sogno estetico, politico e mitologico progettato e costruito da Giulio Romano tra il 1525 e il 1535. Attraverso la fantasia e l’allegoria di questa nuova installazione filmica, cerco di sovvertire l’egemonia visiva che domina i regimi tecnologici della rappresentazione”. “Isaac Julien – ha affermato Pasetti – è stato capace di reinterpretare e reinventare Palazzo Te, posizionandolo definitivamente nel contemporaneo, e quando dico contemporaneo non intendo solo arte contemporanea, ma anche attualità contemporanea. Chi visiterà la mostra con quest’opera unica noterà delle suggestioni fortissime che vengono dal nostro presente. Allo stesso tempo, l’opera d’arte si presenta come un ponte tra passato, presente e futuro”.

“Un’opera unica, in anteprima mondiale – ha proseguito Palazzi – credo che sia la produzione più ambiziosa di questi dieci anni a Palazzo Te, e non solo di questi dieci. E’ straordinario che lanciamo una produzione di questo tipo con le nuove Fruttiere, recuperate dal Comune di Mantova con un investimento molto importante. Parlando di arte contemporanea, non è più impossibile pensare a grandi produzioni congiunte tra Fondazione Palazzo Te e Sonnabend, che inaugureremo a novembre. Con quest’opera inauguriamo una stagione straordinaria che porta a Mantova il contemporaneo e credo che sia incredibile la rilettura che quest’opera dà anche del mito e della storia di Palazzo Te, attualizzandolo nei tempi che stiamo vivendo”.

“Questo lavoro è la testimonianza di quanto il patrimonio culturale possa essere sorgente davvero di creatività – ha aggiunto Baia Curioni – è un lavoro che proietta il Te nel futuro, ma che è anche un messaggio sociale e politico non consolatorio, di impegno. Ci rimanda alla necessità di accettare un cambiamento ed essere protagonisti positivi di un nuovo sistema di relazioni con la natura, l’umanità, gli animali. Un messaggio ecologista, un messaggio politico, un messaggio estetico straordinario”.

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