MANTOVA – Entro l’autunno il centro-sinistra mantovano ufficializzerà il nome del candidato o della candidata sindaco in vista delle elezioni comunali della primavera 2026. È questo l’annuncio principale emerso al termine dell’incontro di ieri tra i rappresentanti cittadini delle forze politiche e civiche attualmente al governo della città – Partito Democratico, Lista Gialla Palazzi, Azione, Alleanza Verdi Sinistra, Italia Viva e Partito Socialista Italiano – e il sindaco uscente Mattia Palazzi.
Un incontro definito come il primo passo verso la costruzione del nuovo programma amministrativo, che si propone di essere “aperto e partecipato”. La scelta del candidato avverrà però senza passaggi pubblici di consultazione popolare: “le primarie non sono mai state ipotizzate”.
Palazzi: “Accompagnerò la coalizione, poi toccherà al candidato decidere”
Mattia Palazzi, da parte sua, chiarisce il ruolo che intende avere in questa fase di transizione politica: “Accompagnerò le forze della coalizione che mi hanno sostenuto fino alla scelta del candidato o della candidata. Poi sarà compito suo definire impostazione e contenuti della campagna elettorale.”
Nessuna anticipazione però non solo su eventuali nomi sul tavolo ma nemmeno su possibili profili ideali. Quanto a un suo eventuale coinvolgimento nella futura Amministrazione cittadina, Palazzi taglia corto: “Al momento non lo ipotizzo proprio”. Spiega invece di essere concentrato sul suo futuro personale e professionale.
A tal proposito secondo i beninformati in via Roma, alcune offerte sarebbero già arrivate, ma del resto il suo profilo resta di sicuro interesse anche al di fuori della sfera locale.
Una riflessione che, con ogni probabilità, include anche la dimensione politica nazionale: il mandato da sindaco scadrà nella primavera del 2026, lasciando un anno di margine in vista delle prossime elezioni politiche. Un tempo che potrebbe quindi rivelarsi decisivo se dovesse maturare un suo coinvolgimento in una possibile corsa per il Parlamento. Ma qui entra ovviamente in campo tutta una serie di fattori politico-partitici ad oggi difficilmente pronosticabile.
Il bilancio dei dieci anni: investimenti, welfare e infrastrutture
Nel frattempo, le forze di maggioranza rivendicano con forza i risultati raggiunti in questi dieci anni: quasi 300 milioni di euro di investimenti pubblici tra centro e quartieri, l’introduzione dei nidi comunali gratuiti (caso unico in Italia), la riduzione dell’Irpef locale, l’aumento dell’occupazione con 2.000 nuovi posti di lavoro, e l’incremento costante dei visitatori nei musei cittadini, oltre 100.000 in più all’anno. Sul fronte ambientale, è stato ricordato l’avvio dei risanamenti nelle aree SIN e il potenziamento del verde urbano, con il raddoppio delle alberature. Per la mobilità, spiccano i progetti infrastrutturali attesi da decenni, in primis i sottopassi ferroviari di Porta Cerese, già avviato, e Gambarara, in partenza nel luglio 2026.
“Il lavoro fatto è sotto gli occhi di tutti – si legge nella nota congiunta delle forze di coalizione– e vogliamo proseguire con la stessa unità, aggiornando idee e progetti, pronti a confrontarci con tutta la città e con chi non vuole che Mantova torni indietro.”
La partita ora si sposta sul nome. E sarà dunque l’autunno a sciogliere uno dei nodi più attesi della politica mantovana.