’30 anni di carcere per chi uccide donna incinta’, il ddl Ronzulli

(Adnkronos) –
Non meno di 30 anni di carcere per chi uccide una donna in stato di gravidanza. Lo prevede il disegno di legge presentato a Palazzo Madama dalla capogruppo di Forza Italia, Licia Ronzulli, dopo il tragico omicidio della ventinovenne incinta Giulia Tramontano, assassinata a Senago dal fidanzato Alessandro Impagnatiello. Un caso che ha scosso l’opinione pubblica e che – scrive la presidente dei senatori azzurri nella relazione al ddl, visionata dall’Adnkronos – “richiama nuovamente l’attenzione sulla piaga del femminicidio”.  

“Quello di Giulia Tramontano è solo l’ultimo di una lunga serie di femminicidi nel nostro Paese: nei primi mesi del 2023 sono 14 le donne uccise in Italia, nel 2022 le vittime sono state 55 e nel 2021 quasi 70 secondo i dati del Viminale”, i dati elencati da Ronzulli, secondo la quale occorre evidenziare “che nei numerosi altri casi registratisi nel corso degli ultimi venti anni, per l’omicidio di una donna incinta i rispettivi assassini sono stati condannati esclusivamente per l’omicidio della madre e non anche per quello del nascituro”. 

La legge italiana, infatti, osserva la capogruppo di Forza Italia, “attualmente non prevede il riconoscimento del duplice omicidio in caso di assassinio di una donna in stato di gravidanza, indipendentemente dal mese di avanzamento della stessa”. Da qui la proposta di Forza Italia che “riconosce il duplice omicidio quando la vittima di un delitto è una donna in gravidanza, prevedendo pene più gravi”. Il disegno di legge targato Fi interviene con una modifica al codice penale, aggiungendo dopo l’articolo 575 il seguente: “Chiunque cagiona la morte di una donna in stato di gravidanza è punito con la reclusione non inferiore ad anni trenta”. 

Lo scorso 7 giugno, ospite di ‘Porta a Porta’, Ronzulli aveva annunciato l’intenzione del suo partito di presentare un disegno di legge per introdurre pene più severe: “La tragica morte di Giulia Tramontano è stata per tutti una notizia atroce che fa riflettere anche dal punto di vista penale, perché non c’è dubbio che si tratti di un duplice omicidio perché oltre a quella di Giulia è stata spezzata anche un’altra vita che al settimo mese di gravidanza avrebbe potuto nascere in qualsiasi momento. La contestazione dell’interruzione di gravidanza non consensuale non risponde alla realtà dei fatti. E’ il motivo – aveva affermato la presidente dei senatori Fi – per cui stiamo lavorando a una proposta di legge per configurare il duplice omicidio nel caso venga uccisa una donna che aspetta un bambino”. 

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