(Adnkronos) – E’ stato rinviato al 3 luglio il procedimento che coinvolge professore Luca Richeldi, primario di pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma, accusato di violenza sessuale ai danni di una paziente. Un rinvio per permettere al gip di Roma di verificare la possibilità chiesta dalla difesa di patteggiare una pena pecuniaria di 49mila euro, alla luce dell’entrata in vigore della legge Cartabia. Fra le pene accessorie proposte, c’è anche la partecipazione “ad uno specifico percorso di recupero che verrà definito con l’Istituto di Psichiatria e Psicologia della Fondazione Gemelli”.
All’udienza di oggi il medico ha offerto un risarcimento di 10mila euro che la parte offesa ha però rifiutato. Il professore, spiegano i difensori, ha negato ogni addebito, motivando la scelta del patteggiamento con la volontà di risolvere la vicenda in tempi brevi. Alla prossima udienza il giudice dovrà quindi decidere se applicare la pena richiesta, su cui c’è il consenso della procura, o rigettarla.
“L’ipotesi accusatoria contestata al professor Richeldi si limita a poco più di un tentativo di bacio. Motivo per il quale la Procura ha accettato il patteggiamento con pena pecuniaria, peraltro sospesa. Inoltre, tale ipotesi accusatoria, peraltro già smentita dal professor Richeldi, non è supportata da prove. Ci saremmo difesi in maniera convinta e determinata in un processo ma abbiamo preferito proporre questa soluzione utilizzando una libertà processuale voluta dal legislatore per consentire all’indagato di non sottoporsi ad un processo per anni con conseguente grave danno psicofisico e reputazionale’’, afferma l’avvocato Ilaria Barsanti, legale del professor Luca Richeldi.
“Questa spiacevole vicenda fino a oggi ha già avuto una risonanza mediatica spropositata che sarebbe aumentata ulteriormente qualora si fosse celebrato il processo. Preferiamo quindi porre un termine attraverso un accordo e non cercare un’assoluzione in un tempo indefinito anche per non alimentare il desiderio di visibilità e il protagonismo di chi sfrutta a fini personali la figura di uno stimato e riconosciuto professionista – aggiunge il difensore – Oggi abbiamo formalizzato l’accordo già raggiunto con il pm. Il giudice, per una questione prettamente tecnica, ha rinviato l’udienza al 3 luglio”.
”Stiamo affrontando un’emergenza sociale che si chiama violenza sulle donne, i reati vanno chiamati con il loro nome: una violenza sessuale aggravata è una violenza sessuale aggravata, non si può chiamare in altro modo’’. Così la donna parte offesa.
”Mi umilia, sentir dire che si sia trattato di un solo bacio e non di un aggressione sessuale, all’interno del Policlinico Gemelli, nello studio dell’imputato, come ben fotografato nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Roma, in cui viene contestata la violazione dell’art. 609 bis I comma del codice penale aggravato dall’art. 61 n11 che comporta l’aumento di pena di un terzo – aggiunge la donna – Cercare di sminuire i fatti è mortificante, una violenza nella violenza, e comunque anche un solo bacio senza consenso, frutto di aggressione da parte del tuo medico di fiducia, è violenza sessuale. Nel mio caso è andato oltre. Così si umiliano tutte le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare’’.
‘’Pensavamo di aver già letto abbastanza, purtroppo le nuove dichiarazioni della difesa del professor Richeldi, impongono una risposta immediata. Non sono ammissibili né tollerate oltre, volgari insinuazioni sul desiderio di visibilità della vittima del reato di violenza sessuale aggravata dal rapporto di fiducia medico-paziente ( cosi come emerge dalla sola lettura della richiesta di rinvio a giudizio) che ha sempre rifiutato ogni proposta di risarcimento economico e pretende a tutt’oggi l’anonimato’, si legge inoltre in una nota dell’avvocato Ilenia Guerrieri, legale della donna.
“Sminuire un fatto grave, come fotografato nella richiesta di rinvio a giudizio, è una ulteriore umiliazione per la mia assistita e per tutte le donne, che con coraggio e dolore, denunciano. Il gip di Roma – aggiunge – non ha accolto la proposta di patteggiamento così come formulata. Ricordiamo che per il nostro ordinamento anche un solo bacio senza consenso è violenza sessuale’’.