(Adnkronos) – Oggi l’autopsia sul corpo di Alex Marangon, il 25enne barista di Marcon, Venezia, ritrovato morto lunedì su un isolotto del Piave, ed emergono sempre più forti i dubbi che il ragazzo non sia morto per annegamento né per morte violenta, ma per gli effetti delle pratiche sciamanico-curative durante la due giorni privata all’abbazia di Santa Bona a Vidor, che è il reato per cui si procede.
Oltre alle due pozioni del potente allucinogeno ayahuasca, venerdì e sabato, pare che il ragazzo, sofferente di asma, per allievare il disagio si sia sottoposto anche a un’iniezione di veleno di rana amazzonica sapo/kambo, altra pratica curativa sciamanica. Sabato notte il giovane potrebbe essere caduto accidentalmente oppure dopo l’assalto di un’animale selvatico ma qualcuno potrebbe anche averlo gettato nel fiume già cadavere, essendosi spaventato per l’inaspettata morte del ragazzo.
Anche perché tra la sua scomparsa e l’allarme dato solo alle sei di mattina ci sono tre ore in cui non si sa bene cosa sia successo nemmeno nell’abbazia sconsacrata. Motivi più che sufficienti per la Procura trevigiana per decidere di voler sentire tutti e venti i partecipanti al Sol de Putumayo, organizzato a pagamento dalla coppia Andrea Gorgi Zuin (Zu) e Tatiana Marchetto (Tati) che dovranno aiutare gli investigatori a identificarli, perché sono i soli che li conoscono tutti. I risultati dell’autopsia aiuteranno a chiarire il quadro in ordine all’annegamento e al morso di animale selvatico al fianco del giovane, ma mai come in questo caso saranno fondamentali gli esami tossicologici per i quali serviranno una decina di giorni.