Prosegue l’allerta rossa in Emilia Romagna. Per domani 25 maggio confermata criticità idraulica nelle aree maggiormente colpite: pianura bolognese e bassa collina, pianura e costa romagnola. Allerta arancione per criticità idrogeologica e idraulica nelle aree collinari della Romagna e del bolognese, dove persiste la possibilità di frane per scivolamento e colamenti lungo i versanti con condizioni idrogeologiche fragili. Lo comunica in una nota la Regione.
Temporali anche di forte intensità sono dunque previsti nella prima parte della giornata sulla pianura, mentre, nelle ore centrali, i fenomeni temporaleschi saranno più probabili sui rilievi: in esaurimento in serata. Le precipitazioni temporalesche potrebbero generare modesti innalzamenti dei livelli idrometrici nei tratti montani dei corsi d’acqua, critici per i bacini del settore centro-orientale, ancora interessati da dissesti idraulici causati dalle piene precedenti.
Dopo l’emergenza sono stati avviati almeno 63 cantieri avviati sui corsi d’acqua. Di questi 21 cantieri nel ravennate di cui 9 di riparazione di brecce e altri 11 per rimozione legname o sistemazione altri danneggiamenti. Almeno 25 cantieri nel bolognese: 15 cantieri tra riparazione di brecce (5) e sistemazione di danneggiamenti arginali (10), oltre a una decina di interventi di rimozione rifiuti dal letto dei fiumi; 3 cantieri nel riminese (2 di sistemazione di danni arginali e 1 di rimozione dei rifiuti). Sono 14 i cantieri già in corso nel forlivese-cesenate: 4 di riparazione delle rotte sugli argini principali e 10 cantieri di pulizia dei fiumi. Al via nei prossimi giorni almeno 10 somme urgenze contro i danneggiamenti (dove non ci sono rotture) e per il ripristino di erosioni spondali lungo chilometri di arginature, comunica ancora in una nota la Regione Emilia Romagna.
L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ora rischia di portare anche un allarme sanitario legato alla condizioni precarie d’igiene per l’acqua stagnante “contaminata da reflui provenienti da sistemi fognari o da sostanze chimiche e da rifiuti agricoli o industriali con possibili impatti sulla salute”. Lo segnala l’Ausl Romagna sul proprio sito rilanciando le raccomandazioni per evitare che durante le operazioni sgombero e di pulizia “non ci si esponga a rischio” e si non compiano “azioni o manovre che possono compromettere la tua sicurezza o quella di altri volontari”.
Secondo l’Ausl Romagna i potenziali pericoli sono:
– il tetano;
– le infezioni gastrointestinali, quando l’alluvione impatta sul sistema fognario e sui reflui, c’è un maggiore rischio di contrarre infezioni a carico del sistema gastrointestinale che si manifestano con vomito o diarrea. Ricorda di non toccare occhi, naso e bocca con le mani sporche di fango e ogni volta che è possibile lavati con acqua e sapone;
– l’utilizzo di acqua corrente, nelle zone alluvionate si raccomanda di seguire le indicazioni del tuo comune di residenza per essere aggiornato sulla potabilità delle acque erogate;
– muffe e spore, con il passare dei giorni, l’acqua e l’umidità possono dare origine a muffe e spore pericolose per la salute, quindi gli esperti raccomandano di arieggiare il più possibile le zone della casa colpite dall’alluvione, per favorire l’asciugatura di pareti e pavimenti;
– la produzione di monossido di carbonio o altre sostanze pericolose ed inodori se si utilizzano generatori a combustione, pertanto utilizzali in sicurezza ed preferibilmente in aree esterne e ventilate”.
Per quanto riguarda le norme di comportamento, gli esperti dell’Ausl ricordano che occorre “evitare il contatto con le acque alluvionali per non contaminarsi con acqua o suolo inquinati. Quando questo è inevitabile, meglio seguire alcuni i consigli: indossare sempre stivali o calzatura robusta per proteggervi. Evitare ciabatte e infradito; indossare i guanti quando si prevede il contatto e aver cura di lavare bene le mani con sapone e acqua corrente, al termine. Evitare di toccare viso, bocca e occhi con le mani non pulite; i bambini – conclude l’azienda sanitaria – non devono giocare con i fango e acqua”.
(dall’inviata Silvia Mancinelli) – “Il problema, oggi, è rappresentato più che mai dalle voragini. Il rischio che se ne aprano di nuove è concreto”, ha detto all’Adnkronos Antonio Corona, prefetto di Forlì, al lavoro insieme ai vigili del fuoco per verificare lo stato del territorio e la precarietà del terreno. “L’elenco delle frane che mi stanno facendo vedere non finisce più – spiega – La situazione è estremamente fragile, e molto dipende dalla possibilità che piova o meno. Resta infatti l’allerta rossa, ma soprattutto perché l’acqua, con la combinazione del territorio martoriato, può creare nuovi problemi”.
Delle frane, una delle quali, spaventosa, ha costretto mercoledì scorso la chiusura dello svincolo sulla Ss3 bis per Mercato Saraceno, in provincia di Forlì-Cesena, “alcune sono state lavorate – continua il prefetto – altre sono ancora a carissimo amico; e non perché non siano state prese in considerazione, ma perché ci vuole tempo. La situazione tuttavia è leggermente migliore, magari ancora il cittadino non può rendersene conto, ma si sta lavorando senza sosta”.
In nemmeno 6 giorni sul conto corrente intestato all’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia-Romagna sono stati donati 17,7 milioni di euro per sostenere le persone e le comunità colpite dall’alluvione. La raccolta fondi avviata dalla Regione – “Un aiuto per l’Emilia-Romagna” – sta facendo registrare una grandissima mobilitazione e una solidarietà diffusa che ha già portato migliaia di singoli cittadini e cittadine a versare cifra di ogni entità. Lo rende noto la Regione Emilia Romagna.
Così come lo hanno fatto grandi Gruppi industriali, marchi noti a livello internazionali, il mondo dello sport, a partire da numerose società di calcio e dal Circus della Formula uno, quello dello spettacolo. Lo stesso piccole e medie aziende, associazioni, volontariato. Si sta già lavorando a un sito web dedicato dove resocontare quanto raccolto e l’utilizzo di ogni euro arrivato, così come è stato fatto in occasione di campagne analoghe (ricostruzione sisma 2012, pandemia Covid, profughi Ucraina).