‘An Enlightened Mind’, il doc sulla ‘Mente meditante’ diretto da Felicia Cigorescu

(Adnkronos) – Ritmo, suono e silenzio. Scienza, arte e spiritualità. L’antico suono So Ham, tratto dall’Isha Upanishad, uno dei testi più antichi della tradizione indovedica – letteralmente tradotto “Io Sono Quello” proprio ad indicare il significato più profondo e autentico della luce, intesa come la forma di vita più elevata – accoglie e avvolge gli spettatori invitandoli a far parte di una performance unica e irripetibile: “La mente meditante”, progetto sperimentale all’avanguardia in cui i processi neurali del cervello in stato meditativo si svelano divenendo opera d’arte. 

Un documentario diretto da Felicia Cigorescu allunga la vita al progetto ‘La mente meditante. Art, Science and An Enlightened Mind’, la performance che il biologo naturalista Daniel Lumera ha ideato insieme a Giacomo Rizzolatti, scienziato dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr e scopritore dei neuroni a specchio, e che ha avuto luogo al Maxxi di Roma dal 20 al 24 settembre 2022.  

‘An Enlightened Mind (Una mente illuminata)’, scritto e diretto da Felicia Cigorescu, cattura l’atmosfera e il cuore di questo progetto fatto di luce, bellezza, architetture, tecnologia, presenza, interconnessioni, in cui fin dalle prime immagini si riconoscono gli spazi del Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. 

Guida in questo viaggio dentro e fuori la mente meditante è Daniel Lumera, riferimento internazionale nel campo della meditazione e delle scienze del benessere, che ha collaborato alla realizzazione del film insieme a My Life Design Academy e Trivellato Veicoli Industriali Srl. 

La lente attraverso cui possiamo leggere il percorso è quella di una regista e direttrice creativa che crede nella valorizzazione dell’essere umano attraverso la bellezza, concepita come l’unione tra arte, scienza e antiche tradizioni sapienziali. Una mente illuminata è una mente capace di entrare in esperienze contemplative ed esplorare il silenzio e la consapevolezza di sé, arrivando a creare la realtà e a generare un profondo cambiamento nel mondo. 

Impiegando una specifica tecnologia, ciò che accade nel cervello durante la meditazione è stato tradotto nella performance del Maxxi in colori e onde, visualizzati in tempo reale, divenendo una vera e propria opera d’arte. La performance ha richiesto un impegno straordinario a Lumera (un’autorità riconosciuta al livello internazionale nella pratica della meditazione) che è restato in stato meditativo per 7 ore al giorno per 5 giorni consecutivi, coinvolgendo di volta in volta accanto a lui nell’esperienza personaggi noti (dalla cantante Irene Grandi a scienziati di Harvard) ma anche il numeroso pubblico (più di tre mila visitatori) che si è prenotato per partecipare alla performance, meditando in platea in un apposito spazio aperto ai frequentatori del museo. 

La regista – con una formazione classica, che spazia dalla laurea in lettere alla passione per il pianoforte, ma anche con una consistente esperienza nell’ambito dello yoga e della meditazione (è appassionata inoltre di musica binaurale, neuroscienze e geometria sacra) – ha filmato tutto quanto accaduto al Maxxi e intervistato le persone coinvolte nella performance insieme a Lumera. 

“Lo scopo del documentario è quello di risvegliare le coscienze delle persone, unendo i linguaggi universali dell’arte, della spiritualità e della scienza – spiega all’Adnkronos la regista – Così il documentario segue una fotografia minimalista, che favorisce l’incontro dei linguaggi universali della scienza e della spiritualità con quello dell’arte, a partire dalle forme architettoniche del Maxxi, che diventa luogo di fusione tra parola e silenzio, tra pieni e vuoti, tra rumore e quiete”. 

Al servizio di questo messaggio, il commento sonoro di Alessandro De Rosa, compositore e biografo di Ennio Morricone, e una fotografia minimalista, che mette in dialogo la perfezione dei dettagli del corpo umano con il genio racchiuso nelle grandi architetture, favoriscono l’incontro della scienza e della spiritualità con l’arte. In questo contesto il Maxxi diviene luogo di traduzione stilistica e di fusione tra parola e silenzio, tra pieni e vuoti, tra rumore e quiete; luogo e non luogo in cui si riflette ciò che è dentro di noi e che solo una mente illuminata sa rivelare. 

(Adnkronos)