Una donna saudita, Nourah bint Saeed al-Qahtani, è stata condannata a 45 anni di carcere per aver scritto sui social post che “violano l’ordine pubblico” e minano “il tessuto sociale saudita”. Lo scrive il Guardian, citando l’organizzazione per i diritti umani Democrazia per il mondo arabo (Dawn), che ha visionato documenti processuali. Dawn è stata fondata dal dissidente saudita Jamal Khashoggi, barbaramente ucciso nel consolato del suo Paese a Istanbul.
I documenti esaminati offrono pochi dettagli sulle accuse contro la donna, di cui non si conoscono l’età e le circostanze dell’arresto. Le autorità sembrano averla condannata “solo per aver twittato le sue opinioni”, ha commentato Abdullah Alaoudh, direttore di Dawn per la regione del Golfo. Non vi sono account di Twitter a nome della donna, ma molti sauditi usano dei nickname. Down spera che la diffusione della notizia della condanna spinga persone che conoscono Qhatani a rivelare altri dettagli sulla sua storia.
Alaoudh sottolinea anche come vi sia stata una stretta nella repressione di chi osa criticare il principe ereditario Mohammed bin Salman dopo la visita nel Paese del presidente americano Joe Biden. Il caso di Qhatani segue la condanna a 34 anni di carcere di Salma al-Shehab, studentessa all’università di Leeds e madre di due bambini, arrestata al suo rientro in patria per le vacanze, dopo aver ritwittato dei post di dissidenti.