Arera: ‘Urgenza transizione sollecitata anche da mercati con costo incertezza’

“Diamo il nome di transizione ecologica a un grande ciclo di trasformazioni che abbiamo deciso di intraprendere consapevolmente, alla luce della nostra capacità di studiare il presente e di immaginare il futuro e non per effetto di un evidente immediato vantaggio tecnico o economico. Una condizione che ha caratteristiche di unicità nella storia dell’uomo, almeno confrontabile con la unicità degli eventi che cerchiamo di evitare. L’umanità nel suo complesso ha dovuto interrogarsi su come indirizzare la propria azione per far sì che i propri figli avessero la possibilità di svilupparne una propria. I nostri stessi figli hanno cominciato a ricordarcelo”. Ad affermarlo è il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini nel corso della sua relazione annuale alla Camera sullo Stato di servizi e sull’attività svolta dall’Autorità.  

“Oggi a tutto questo – sottolinea – si è unita una nuova dimensione, quella temporale. Un senso di urgenza che è certamente spinto dai risultati della ricerca scientifica ma che risulta rafforzato dalla vicenda pandemica. Un senso di urgenza che viene sollecitato in questi giorni dagli andamenti dei mercati dell’energia che dimostrano il costo dell’incertezza”. 

“Sia nel disegno euro-unitario che in quello nazionale, le comunità energetiche saranno uno strumento importante – afferma – di coinvolgimento diretto dei consumatori e delle realtà territoriali nel processo di decarbonizzazione. È importante che a tale strumento venga data attuazione a regime, in modo tale da mantenere un ordinato funzionamento dei mercati e garantire, come previsto dalla normativa europea, che il cliente finale mantenga i propri diritti, anche nell’ottica della semplificazione amministrativa”.  

Requisiti, questi, spiega il presidente dell’Authority, “cui risponde il modello virtuale cui l’Autorità ha dato attuazione, in anticipo rispetto ai termini previsti dalla normativa europea in attuazione del decreto-legge n. 162/19 e che consente al cliente finale di gestire la propria fornitura indipendentemente dalla partecipazione alla comunità”.  

Il consumatore finale elettrico, sottolinea ancora Besseghini, “dovrà confrontarsi anche con gli obiettivi molto ambiziosi di sviluppo della mobilità elettrica, che comporteranno esigenze di ricarica dei veicoli. Gli impatti saranno relativamente limitati sulla crescita del fabbisogno di energia ma, in assenza di iniziative mirate, potenzialmente molto rilevanti sulla crescita dei picchi di potenza prelevata e quindi sugli investimenti per il potenziamento della rete. Per questo motivo, è cruciale che si sviluppino forme di ‘ricarica adattativa’ (o se volete di smart charging), una forma importante di partecipazione attiva della domanda ai mercati e alla fornitura di servizi di flessibilità. L’istituzione di un tavolo tecnico con le associazioni a vario titolo coinvolte sul tema ha portato allo sviluppo di una sperimentazione che ha preso avvio il 1° luglio: i possessori di veicoli elettrici possono ricaricare il veicolo a 6 kW di notte e nei giorni festivi, a certe condizioni, senza richiedere aumenti di potenza rispetto al contratto a 3 kW tipico dei clienti domestici, con un effettivo risparmio”. 

(Adnkronos)