Attentato a Trump, da Shinzo Abe a Rabin fino a Fico: gli altri leader vittime di un attacco

(Adnkronos) – Dal presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, ucciso in un attentato il 22 novembre 1963 a Dallas, a Shinzo Abe, l’ex primo ministro giapponese ucciso nel luglio 2022 in pieno meeting, fino a Yitzhak Rabin, ucciso il 4 novembre 1995 al termine di una manifestazione in supporto agli accordi di Oslo. Da Anwar al-Sadat, il presidente dell’Egitto ucciso il 6 ottobre del 1981 mentre assisteva alla parata militare per ricordare l’inizio della guerra del Kippur contro Israele combattuta nel 1973, fino a Robert Kennedy, ucciso il 6 giugno del 1968 mentre era nel mezzo della propria campagna elettorale, passando per Olof Palme, il premier svedese ucciso il 28 febbraio del 1986, al Mahatma Gandhi, ucciso il 30 gennaio 1948 con tre colpi di pistola da un fanatico indù radicale, e fino al presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln, ucciso il 14 aprile 1865 mentre assisteva a uno spettacolo al Ford’s Theatre di Washington, e all’attentato a Ronald Reagan il 30 marzo 1981, quando il presidente degli Usa fu gravemente ferito da colpi di arma da fuoco. La storia è piena di attentati o di tentativi di assassinio contro leader politici e alcuni dei quali, come l’attentato di Sarajevo il 28 giugno 1914, durante il quale morì l’erede al trono dell’impero austriaco Francesco Ferdinando, ebbero delle ripercussioni importanti. In quel caso portò l’impero austriaco-ungarico a dichiarare la guerra alla Serbia e fu il primo passo verso la prima guerra mondiale. 

Guardando agli episodi più recenti, prima del tentato omicidio dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a fare le prime pagine dei giornali è stato l’attacco al premier slovacco Robert Fico il 15 maggio del 2024. Il politico slovacco, 59 anni, è stato colpito da 4 pallottole da un uomo di 71 anni dopo essere uscito da una riunione governativa a Handlova. Ricoverato “in gravi condizioni”, Fico è stato sottoposto a un intervento chirurgico di urgenza. E’ stato dimesso successivamente due mesi dopo. 

In precedenza, nel luglio 2022, è l’ex premier giapponese Shinzo Abe ad essere stato colpito a morte durante un attentato. Il giapponese che non era più al potere stava tenendo un discorso a Nara quando è stato colpito da diversi proiettili. Shinzo Abe è morto in seguito alla ferire riportate. Il sospettato, che è stato immediatamente arrestato e disarmato, era un ex militare di 41 anni facente parte della Kaijō Jieitai, la Forza marittima di autodifesa. Aveva giustificato il suo gesto con i presunti legami di Shinzo Abe con una setta a cui sua madre aveva dato molti soldi. L’attacco ha scioccato un Paese con normative sulle armi estremamente severe. 

Il primo settembre 2022 ad essere stata presa di mira è la vicepresidente argentina Cristina Kirchner sotto casa sua a Buenos Aires. L’aggressore le ha puntato a meno di un metro dal viso una pistola ma miracolosamente il colpo non è esploso. Nel novembre del 2022 l’ex premier pachistano Imran Khan scampa a un tentato omicidio, rimanendo ferito alla gamba a Wazirabad. L’uomo che ha sparato è stato arrestato. 

Il 7 luglio del 2021 il presidente di Haiti, Jovenel Moise, viene ucciso a casa sua a Port-au-Prince da un commando armato composto da 28 uomini. Tre membri del commando vengono uccisi e una ventina di individui vengono arrestati tra cui 18 ex militari colombiani. Nel settembre del 2018 ad essere stato preso di mira è stato l’allora candidato di estrema destra alla presidenza del Brasile, Jair Bolsonaro. Un mese prima delle elezioni quello che poi divenne il presidente del Brasile è stato accoltellato all’addome mentre salutava la folla a Minas Gerais. L’aggressore, 40 anni, è stato subito arrestato e ha spiegato di aver agito “per ordine di Dio”. Già in testa nei sondaggi all’epoca, Bolsonaro è stato eletto presidente del Brasile poche settimane dopo. 

Sempre nel 2018, il 4 agosto, un attacco con droni ha preso di mira il presidente del Venezuela Nicolas Maduro mentre teneva un discorso a una cerimonia militare a Caracas. Il capo dello Stato venezuelano ne è uscito illeso. Nel giugno del 2018 un’esplosione al termine di comizio elettorale del presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa a Bulawayo, nel sud del paese, ha causato diverse vittime ma il capo di Stato ne è uscito illeso. 

(Adnkronos)