(Adnkronos) – Il Consiglio direttivo della Bce continuerà ad aumentare i tassi di interesse “in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2 per cento nel medio termine”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Banca centrale europea. “Alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo, il Consiglio direttivo intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria, a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria” prosegue il documento.
“Il mantenimento dei tassi di interesse su livelli restrittivi ponendo un freno alla domanda farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione e metterà inoltre al riparo dal rischio di un duraturo spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno dipendenti dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione” precisa la Bce.
“Gli interventi pubblici volti a proteggere l’economia dall’impatto degli elevati prezzi energetici dovrebbero essere temporanei, mirati e modulati al fine di preservare gli incentivi a un minore consumo di energia. In particolare, con l’attenuarsi della crisi energetica è importante iniziare ora a revocare tali interventi tempestivamente in linea con il calo dei prezzi dell’energia e in maniera concordata”, indica la Bce nel bollettino economico.
“Qualsiasi misura che disattenda questi criteri verosimilmente – prosegue – sospingerà al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta. Inoltre, in linea con il quadro di governance economica dell’Ue, le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere l’economia più produttiva e a ridurre gradualmente l’elevato livello del debito pubblico”.
“Le politiche volte a migliorare la capacità di approvvigionamento dell’area dell’euro, soprattutto nel settore energetico, possono contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo. A tal fine, i governi dovrebbero attuare tempestivamente i piani per gli investimenti e per le riforme strutturali nell’ambito del programma Next Generation EU. La riforma del quadro di governance economica dell’UE dovrebbe essere portata a termine in tempi brevi” si legge ancora nel bollettino.
Al volgere dell’anno i dati segnalano “un indebolimento dell’attività economica a livello mondiale” dopo “una crescita robusta nel terzo trimestre del 2022, segnala quindi la Bce indicando che “nel complesso, l’economia ha dimostrato maggiore capacità di tenuta rispetto alle attese e dovrebbe registrare una ripresa nei prossimi trimestri”.
Nel bollettino si sottolinea come “le pressioni sui prezzi restano elevate a livello mondiale, ma potrebbero aver già raggiunto il loro punto di massimo, giacché l’inflazione complessiva per l’Ocse nel suo insieme si è ulteriormente moderata in novembre”.
“La flebile attività economica mondiale e l’elevata incertezza geopolitica, soprattutto a causa dell’aggressione ingiustificata della Russia all’Ucraina e alla sua popolazione, continuano a creare condizioni sfavorevoli alla crescita dell’area dell’euro. Tali circostanze sfavorevoli, unitamente all’elevata inflazione e alle condizioni di finanziamento più restrittive, frenano la spesa e la produzione, in particolare nel settore manifatturiero”, si legge ancora nel bollettino.