(Adnkronos) – Dieci anni dopo il loro primo incontro di persona a Pechino e ad un anno di distanza da un colloquio in formato virtuale, Joe Biden e Xi Jinping tornano a vedersi faccia a faccia. I due presidenti si sono stretti la mano prima di riunirsi con le rispettive delegazioni sull’isola indonesiana, alla vigilia del G20. “E’ bello vederla”, ha detto il presidente degli Stati.
XI JINPING – Stati Uniti e Cina devono trovare “la giusta direzione” per le loro relazioni, ha poi detto il presidente cinese a Biden all’inizio del loro bilaterale a Bali, assicurando di essere “pronto a uno scambio schietto e approfondito dei nostri punti di vista sui temi di importanza strategica”.
“Attualmente – ha sottolineato Xi – le relazioni tra Cina e Stati Uniti si trovano in una situazione tale per cui tutti noi ce ne preoccupiamo molto, perché questo non è l’interesse fondamentale dei nostri due Paesi e dei nostri popoli e non è ciò che la comunità internazionale si aspetta (da) noi”.
Nel suo breve intervento all’inizio del bilaterale, il presidente cinese ha sottolineato che “come leader dei due principali Paesi, dobbiamo tracciare la giusta rotta per le relazioni tra Stati Uniti e Cina. Dobbiamo trovare la giusta direzione per le relazioni bilaterali in futuro ed elevarle”.
Secondo Xi, “il mondo si aspetta che la Cina e gli Stati Uniti gestiscano le loro relazioni in modo appropriato. Il nostro incontro ha attirato l’attenzione del mondo, quindi dobbiamo lavorare con tutti i Paesi per dare maggiore speranza alla pace nel mondo, maggiore fiducia alla stabilità globale e forte impulso allo sviluppo comune”.
“Uno statista dovrebbe pensare non solo alla strada lungo la quale condurre il suo paese, ma anche a come andare d’accordo con gli altri paesi e il mondo”, ha affermato ancora il presidente cinese, secondo cui “grandi cambiamenti si stanno svolgendo in modi mai visti prima: l’umanità si trova di fronte a una sfida senza precedenti, il mondo è arrivato a un bivio. In quale direzione dobbiamo andare avanti, è una domanda non solo per noi ma anche per tutti i Paesi”.
“La storia è il miglior libro di testo. Dovremmo prendere la storia come uno specchio e lasciare che guidi il futuro”, uno dei passaggi del discorso di apertura del presidente cinese al bilaterale, dove ha sottolineato come, nonostante siano in questi anni rimasti in contatto attraverso video call e telefonate, “nulla possa sostituire gli incontri faccia a faccia”.
“L’ultima volta che ci siamo incontrati è stato nel 2017 durante il World Economic Forum di Davos. Questo è avvenuto già più di 5 anni fa”, ha ricordato Xi, sottolineando che da quando Biden si è insediato “abbiamo mantenuto la comunicazione attraverso conferenze stampa, telefonate e lettere, ma nessuna di queste può davvero sostituire gli scambi faccia a faccia. Oggi finalmente abbiamo questo incontro faccia a faccia”.
Il presidente cinese ha poi voluto ricordare che “dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche a oggi, la Cina e gli Stati Uniti hanno attraversato oltre 15 anni ricchi di eventi. Abbiamo acquisito esperienze e imparato lezioni. La storia è il miglior libro di testo. Dovremmo quindi prendere la storia come uno specchio e lasciare che guidi il futuro”.
BIDEN – “Stati Uniti e Cina possono gestire le loro differenza ed evitare che la competizione si trasformi in conflitto”, le parole di Biden. Il presidente degli Stati Uniti ha quindi assicurato a Xi Jinping di essere “impegnato a tenere le linee di comunicazione aperte” tra Washington e Pechino, perché i due Paesi hanno la responsabilità di dimostrare di saper “gestire le nostre differenze” e prevenire i conflitti globali.
“Sono impegnato – ha detto Biden – a mantenere aperte le linee di comunicazione tra me e voi personalmente, ma anche tra i nostri governi, perché i nostri due Paesi hanno molte cose da affrontare”.
“In qualità di leader delle nostre due nazioni – ha sottolineato ancora – condividiamo la responsabilità di dimostrare che la Cina e gli Stati Uniti possono gestire le loro differenze, evitare che la competizione diventi qualcosa di simile a un conflitto e trovare modi per lavorare insieme su questioni urgenti e globali che richiedono la nostra reciproca cooperazione”.
I TEMI – Se nel 2011 la traiettoria delle relazioni tra i due Paesi era molto convergente, tanto che l’allora vice presidente degli Stati Uniti non esitò a rivelare il suo “grande ottimismo” per i rapporti bilaterali dei successivi 30 anni, ora il clima è cambiato radicalmente e quella positività e quell’ottimismo hanno lasciato spazio al sospetto e all’ostilità reciproci.
“La posta in gioco del tanto atteso colloquio è alta – evidenziava ieri la Cnn -. In un mondo sconvolto dall’invasione russa dell’Ucraina, dalla pandemia di Covid-19 e dalla devastazione del cambiamento climatico, le due maggiori potenze devono collaborare più che mai per infondere stabilità, invece di alimentare tensioni più profonde. Ma le aspettative per l’incontro sono basse”.
Gli Stati Uniti e la Cina, sottolinea l’emittente americana, sono su posizioni contrapposte su tutti i principali dossier, da Taiwan alla guerra in Ucraina, dalla Corea del Nord al trasferimento di tecnologia fino alla forma del nuovo ordine mondiale. Forse l’unico vero punto in comune che le due parti condividono in vista dell’incontro sono le limitate speranze su ciò che potrebbe venirne fuori.
Al centro dei colloqui, “le sfide transnazionali che affliggono la comunità internazionale”, aveva spiegato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre. Biden e Xi “discuteranno gli sforzi per mantenere e rafforzare le linee di comunicazione tra Stati Uniti e Cina”, ha aggiunto, senza però prospettare effettivi progressi sulle molte questioni sul tappeto. Con Biden, assicurano dalla Casa Bianca, che sarà “onesto” su “numerose preoccupazioni”, a partire da quella dei diritti umani.
Il colloquio avviene appunto in una fase in cui le relazioni tra Cina e Stati Uniti si trovano in uno dei punti più bassi mai avuto in decenni. Lo conferma la strategia di sicurezza nazionale presentata nelle scorse settimane da Biden che identifica la Cina “come la sfida geopolitica più conseguenziale”, sottolineando in particolare la preoccupazione per il connubio tra “governance autoritaria e revisionismo in politica estera”.
Anche in questo scenario certo non positivo, la Casa Bianca considera l’incontro come un tentativo per Biden e Xi di comprendere le reciproche priorità e stabilire “un terreno” per relazioni che garantiscano le linee di comunicazione rimangano aperte anche in momenti di tensione. A questo proposito, vengono ricordati i moniti di Xi contro l’uso delle armi nucleari, intese come un chiaro segnale a Vladimir Putin, e le sue esortazioni affinché la Germania spinga per negoziati di pace tra Russia ed Ucraina.
Xi arriva all’incontro in un momento di grande forza politica, dopo essersi assicurato un terzo mandato presidenziale, che concentra nelle sue mani un potere mai visto dai tempi di Mao Zedong e Deng Xiaoping. Anche Biden, scongiurata l’ondata rossa alle elezioni di midterm, arriverà a Bali rafforzato dall’essere riuscito a mantenere la maggioranza al Senato dopo il successo in Nevada.
Parlando dell’incontro con Xi, il primo di persona da quando è entrato in carica da presidente degli Stati Uniti, Biden ha ribadito di “non essere disposto a fare nessuna concessione fondamentale”. E ha ricordato che al leader cinese, nei precedenti colloqui, ha detto: “io voglio la competizione, non il conflitto”. “Sono sicuro che discuteremo di Taiwan e sono sicuro che discuteremo di una serie di questioni, come l’equità nel commercio e le sue relazioni con gli altri Paesi della regione”, ha aggiunto Biden, che dirà a Xi di essere impegnato per la difesa di Taiwan.