Al momento la priorità di Bper resta “l’integrazione del ramo di filiali, che è l’asset più importante che abbiamo oggi” ma “chiaramente potremmo essere coinvolti nel processo di m&a e nel caso non ci sottrarremmo. Se l’operazione è nell’interesse di banca e soci, noi siamo perfettamente in grado di poterla affrontare”. Lo ha detto Piero Luigi Montani, ad di Bper, in conference call con gli analisti. “Non stiamo pensando ad altre operazioni ora, ma il mercato va avanti, valuteremo le opzioni e potremmo essere coinvolti. Nel caso – ha ribadito – valuteremo la convenienza per gli azionisti”.
“Di banche – sottolinea – non ne sono rimaste molte. Di grosse ci sono Unicredit e Intesa, di banche delle nostre dimensioni c’è rimasta Popolare di Sondrio, Banca Carige, Banco Bpm e Mps. E’ probabile che ci siano aggregazioni in questo scenario, però le banche sono rimaste poche”, dice l’ad.
A un’altra domanda sull’argomento di un analista, Montani ha chiarito che in banca “siamo perfettamente consci che ci sarà un’integrazione e potremmo anche essere interessati però oggi la banca sta lavorando con 18mila dipendenti e più di mille sportelli. Per cui anche nello scenario remoto in cui dovessimo restare da soli saremo nelle condizioni di poter reggere sul mercato e produrre un utile e dare soddisfazione gli azionisti. Non sono convinto che le banche scapperanno e ci sarà sempre un’opportunità di un’aggregazione interessante”, conclude.